I genitori di Chiara Poggi: “Stasi inopportuno, fa interviste per dirsi innocente e per parlare di Sempio”

“Per me lei resterà sempre la ragazza che era, non riesco a immaginarla cresciuta e adulta, non riesco a pensare che magari oggi avrebbe dei figli. Lei era ed è la Chiara che avete conosciuto tutti dalle fotografie”: a parlare, mentre quello che siamo abituati a chiamare “il delitto di Garlasco” da settimane è tornato prepotentemente su tutti i giornali con l’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, è Rita Poggi, la mamma della giovane donna uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia.
Il 31 marzo Chiara Poggi compirebbe 44 anni. Come ogni anno, i suoi genitori compreranno delle rose bianche e andranno al cimitero a portargliele. “Non ha idea di quante volte mi sono chiesto: chissà come sarebbe oggi, che cosa farebbe… Ma non sono mai riuscito a immaginare una risposta”, aggiunge papà Giuseppe parlando al Corriere della Sera. E al giornale spiegano anche perché hanno deciso di restare in quella casa a Garlasco in cui la figlia è stata uccisa: “Perché qui c’è Chiara e non potevamo abbandonarla. Non abbiamo mai pensato nemmeno un minuto di cambiare casa. Siamo venuti in questa villetta nel 1995, ormai sono più gli anni vissuti qui senza di lei di quelli in cui lei c’era”.
Rispetto alla recente riapertura delle indagini i genitori di Chiara Poggi non credono a verità alternative a quella già scritta, ovvero la colpevolezza di quello che all’epoca era il fidanzato di Chiara, Alberto Stasi. Non credono insomma all’ipotesi che Andrea Sempio, amico del figlio Marco, possa essere coinvolto nel delitto. “La verità sull’omicidio di Chiara è già scritta. Se vogliono fare accertamenti li facciano ma la verità resta quella della sentenza definitiva contro Alberto Stasi”, dicono aggiungendo di essere molto amareggiati “e non ci sembra né giusto né opportuno che questo signore se ne esca con le dichiarazioni che abbiamo sentito in questi giorni, che rilasci interviste per dirsi innocente o che parli facendo insinuazioni sul dna di Sempio”.
E ancora, aggiungono i genitori di Chiara Poggi parlando di Stasi: “Vorremmo ricordare al mondo che lui è un detenuto condannato in via definitiva, una sentenza che tra l’altro ha provato a ribaltare più volte con revisioni e ricorsi senza riuscirci. E allora ci chiediamo: è un privilegiato? Davvero il giudice di sorveglianza gli dà il permesso di parlare a ruota libera?”.
“Fanno dei castelli sui dettagli che riguardano Sempio — le parole di Giuseppe Poggi— ma qualcuno può fare dei castelli su tutte le prove che riguardano Stasi?”.
Anche Sempio, da parte sua, continua a dirsi tranquillo dopo la riapertura delle indagini. “La Procura vada pure a controllare. Non c'è nessun contatto tra me e Chiara, di nessun tipo. Non c'è nessun collegamento tra me e lei in quegli anni”, ha detto in una intervista a SkyTg24. "Il dna? Io frequentavo la casa, quindi tracce mie in giro è molto probabile che ci siano. Solo dopo la casa è diventata una scena del crimine. Credo si tratti però di un dna da contatti con oggetti e non da contatto diretto. Un cuscino, una sedia, qualcosa che potesse essere stato messo a disposizione di un ospite”.