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Omicidio di Alice Scagni a Genova

I genitori di Alice e Alberto Scagni: “Stato non li ha difesi, nostro figlio verrà ucciso in carcere”

In una intervista Antonella Zarri e Graziano Scagni, genitori di Alberto e Alice Scagni, parlano dell’aggressione subita dal figlio in carcere. Alberto è stato condannato per l’omicidio di sua sorella. “Il massacro di nostro figlio sembra quasi un delitto su commissione, o comunque consentito e tollerato dal sistema carcerario”.
A cura di Susanna Picone
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È notizia di ieri che Alberto Scagni, il 43enne in carcere per aver ucciso a Genova la sorella minore Alice, è stato massacrato di botte da altri detenuti. Scagni è attualmente ricoverato all'ospedale Borea di Sanremo, è intubato e verrà tenuto in coma farmacologico almeno fino a lunedì, quando verranno effettuati nuovi esami.

Come confermato anche dal suo avvocato a Fanpage.it, lo hanno picchiato anche con uno sgabello. In ospedale – ha fatto sapere oggi la Asl1 della Liguria – è stato sottoposto a un intervento chirurgico per la riparazione della frattura della laringe e la stabilizzazione di quella della cartilagine tiroidea.

"Nostro figlio Alberto prima o poi verrà ucciso"

"Uno Stato che lascia massacrare per due volte consecutive un detenuto e che non fa nulla per proteggerlo, destinandolo alla morte certa, non è uno Stato civile, degno di questo nome. Nostro figlio Alberto prima o poi verrà ucciso. A noi, già privati di due figli, non resta che dedicarci al nostro nipotino che ha perso sua madre e che merita tutto l’amore del mondo". È quanto dicono, all’indomani della brutale aggressione in carcere, i genitori di Alberto e Alice, Antonella Zarri e Graziano Scagni.

Antonella Zarri e Graziano Scagni, genitori di Alberto e Alice
Antonella Zarri e Graziano Scagni, genitori di Alberto e Alice

"Ci stupisce che ci si stupisca che lo Stato consenta simili crudeltà, dopo che nostro figlio Alberto era già stato pestato nel carcere di Marassi – le parole della mamma di Alberto in una intervista al Corriere -. È chiaro che lo si vuole abbandonare al suo destino, lasciando che sia ucciso da altri detenuti".

"Il massacro in carcere sembra un delitto su commissione"

Per la mamma di Alice e Alberto, "tollerare questa violenza sembra quasi una vendetta indiretta per il fatto che abbiamo denunciato i poliziotti e le strutture di igiene mentale che non intervennero a fermare nostro figlio quando minacciava di uccidere sua sorella".

"Il massacro di nostro figlio – continuano i genitori nell’intervista – operato da maghrebini drogati e ubriachi sembra quasi un delitto su commissione, o comunque consentito e tollerato dal sistema carcerario. Queste non sono cose da paese civile, il ministro Nordio dovrebbe intervenire".

Antonella Zarri e Graziano Scagni parlano dei quesiti che loro hanno sollevato sull’operato della polizia che – dicono – "non evitò un omicidio annunciato, quello di nostra figlia l’1 maggio 2022".

Le analogie con il caso di Giulia Cecchettin

I genitori dei fratelli Scagni nell’intervista parlano anche dell'omicidio di Giulia Cecchettin e del fatto che una persona aveva assistito all’aggressione di Turetta ma, nonostante la chiamata ai Carabinieri, non c’è stato alcun intervento: "Anche noi siamo stati abbandonati a noi stessi. Per Alberto è stato chiesto il TSO solo il giorno dopo in cui aveva ucciso sua sorella Alice. In quel maledetto primo maggio, giorno di festa né i poliziotti né le strutture di salute pubblica, sono intervenuti a fermare Alberto".

E parlano di Alice, la figlia uccisa da Alberto: "Lei era di acciaio e speriamo che il piccolo (il figlio della vittima, ndr) abbia preso da lei la sua forza". "A noi – concludono – non resta che dedicarci al nostro adorato nipotino".

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