I funerali di Nicola e Giuseppe, i vigili del fuoco morti a Matera: “Hanno dato la vita per ognuno di noi”
L'autoscala dei vigili del fuoco ad accompagnare le bare avvolte dal tricolore, le sirene dei mezzi di soccorso e il commosso e sentito applauso della folla giunta per l'ultimo saluto, sono i momenti dell'addio a Nicola Lasalata e Giuseppe Martino, i due pompieri morti in azione il 17 luglio scorso nelle campagne di Nova Siri, in provincia di Matera. I funerali dei due vigili del fuoco sono stati celebrati oggi pomeriggio alle 18 presso il palazzetto sportivo “Palasassi” di Matera con un funzione religiosa solenne celebrata dall'arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo.
Le salme dei due pompieri 45enni sono state trasferite dalla camera ardente, allestita nella palestra della caserma di Matera dei Vigili del fuoco, a bordo di un'autoscala degli stessi vigili del fuoco. Questa, preceduta da una vettura di servizio e seguita da un picchetto d’onore, ha percorso la strada con lampeggianti accesi, fino al palazzetto sportivo. Qui le bare infine sono state trasportate a spalle dai colleghi fin dentro la struttura tra due ali di folla che hanno tributato un commosso applauso.
Oltre mille e cinquecento i presenti alla cerimonia funebre che ha visto la partecipazione anche del sottosegretario all’Interno con delega ai Vigili del fuoco Emanuele Prisco, del capo Dipartimento dei prefetto Renato Franceschelli, del capo del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco ing. Carlo Dall’Oppio. In rappresentanza dei Vigili del fuoco di tutta Italia, anche 50 allievi del 99º corso, oltre a rappresentanze dei vigili del fuoco delle regioni più vicine.
Sulle bare appoggiate a terra e ricoperte dal tricolore, i caschi di servizio di Nicola Lasalata e Giuseppe Martino e le foto dei due pompieri in uniforme. "È un momento difficile per il Corpo nazionale. La perdita di Nicola e Giuseppe crea un vuoto enorme. L’affetto che stiamo ricevendo da istituzioni e cittadini, materani e di tutta Italia, ci scalda il cuore. Grazie da tutti i vigili del fuoco" è il messaggio del Corpo.
"Mentre ognuno di noi, soprattutto voi familiari e colleghi di Giuseppe e Nicola, avverte di avere un macigno sul cuore, come quello della Madonna ai piedi della Croce, e sente una spada trafiggerle l’anima, anche in questo momento ognuno di noi rincorre la speranza. Quella stessa speranza che ha spinto i nostri giovani papà ad attivarsi prontamente per salvare altre vite. Perché educati ad amare e salvare ogni vita facendosi carico della fatica, del dolore e della disperazione di ogni persona, pur di salvarla" è invece un paraggio dell'Omelia dell'arcivescovo, che aggiunge: "A voi, figli, vittime innocenti di un grande amore del quale siete stati privati, dico: i vostri papà saranno sempre per voi non solo eroi, ma seminatori di un amore grande che nel tempo porterà frutto. Sta a voi, a noi, saper raccogliere quanto è stato da loro seminato per continuare a seminare vita in un tempo in cui la vita è disprezzata, flagellata, uccisa. Siate fieri ed orgogliosi di essere figli di papà che hanno dato la vita per aiutare ognuno di noi a vivere una vita migliore"