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I funerali del bimbo morto nella culla termica a Bari, il vescovo: “Perdonaci, per te non ci siamo stati”

Si sono svolti oggi, sabato 18 gennaio, i funerali del neonato trovato morto in una culla termica a Bari. La celebrazione si è tenuta nel cimitero di via Crispi, officiata dall’arcivescovo Giuseppe Satriano. Presente anche il sindaco del capoluogo Vito Leccese. “Avremmo voluto noi consolare il tuo pianto, ma non c’eravamo. – ha detto Satriano – Non siamo stati capaci di impedire la tua morte. Perdonaci”.
A cura di Eleonora Panseri
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A sinistra, il sindaco di Bari Vito Leccese e l'arcivescovo Giuseppe Satriano - Foto dal profilo Facebook del consigliere Stefano Franco.
A sinistra, il sindaco di Bari Vito Leccese e l'arcivescovo Giuseppe Satriano – Foto dal profilo Facebook del consigliere Stefano Franco.

Si sono svolti oggi, sabato 18 gennaio, i funerali del neonato trovato morto nella culla termica della parrocchia di San Giovanni Battista a Bari. La celebrazione si è tenuta nel cimitero di via Crispi, officiata dall'arcivescovo Giuseppe Satriano e alla presenza del sindaco del capoluogo Vito Leccese. L'amministrazione comunale si è occupata di provvedere alle spese per le esequie.

Sulla terra che ha accolto la piccola bara bianca dove è stato riposto il corpo del piccolo sono stati posati fiori, un piccolo peluche e la corona di fiori del Comune. "È tempo di dolore, di silenzio e di preghiera – ha detto Satriano, commentando il vangelo di Luca -. Piccolo fratello, piccolo figlio d'uomo senza nome, angelo che hai toccato nel profondo le nostre vite, ti scrivo portando il dolore di una città e di una comunità ecclesiale, di tanti operatori sanitari e di tanti uomini e donne che hanno saputo della tua vicenda".

"Preghiamo per te, avvertendo nel cuore una sofferenza infinita. Possa questa preghiera riscaldare il tuo cuore. Possa questa preghiera essere balsamo di consolazione per la tua mamma, che per nove mesi ti ha atteso, tra tante fatiche e paure. Possa questa preghiera divenire per noi umile richiesta di perdono", ha aggiunto.

"Avremmo voluto anche noi consolare il tuo pianto, ma non c'eravamo, – ha continuato Satriano nell'omelia – avremmo voluto alleviare le fatiche del cuore di tua madre, aiutandoti a vivere, ma non siamo stati capaci di impedire la tua morte. Perdonaci".

"Ciò che è accaduto rappresenta una tragedia che ha ferito profondamente la nostra comunità che oggi, con grande dolore, si riunisce idealmente nel rendere l'estremo saluto a questo bambino, nella speranza che vicende come questa non accadano mai più. Auspico che questo dramma susciti in noi maggiore attenzione e cura verso la vita quando è più indifesa, offrendo sostegno concreto a chi vive ai margini. Eventi come questo non rimangano solo segni di dolore, ma anche di riflessione e cambiamento", ha commentato invece il primo cittadino.

"Tutti dobbiamo chiedere perdono per la nostra incapacità di guardare oltre, per le nostre omissioni.  A margine della celebrazione – ha aggiunto il sindaco Leccese – abbiamo deciso di chiamare il piccolo ‘Angelo', riprendendo le parole con cui l'arcivescovo ha concluso la sua omelia: ‘Riposa in pace piccolo fratello, angelo che hai toccato nel profondo le nostre vite'".

Al piccolo, a causa delle indagini ancora in corso della magistratura, non è stato possibile ufficialmente dare ancora un nome. La Procura di Bari ha iscritto nel registro degli indagati il parroco don Antonio Ruccia, e il tecnico che, nelle settimane che hanno preceduto la tragedia, si era occupato della manutenzione della culla termica della chiesa di San Giovanni Battista dove il 2 gennaio è stato trovato morto il neonato. L'ipotesi di reato è omicidio colposo. 

Secondo quanto emerso dall'autopsia sul corpo del piccolo, che aveva appena un mese di vita, il bimbo era malnutrito e disidratato, in scarse condizioni igieniche e sarebbe morto per ipotermia a 24 ore dal ritrovamento, probabilmente dopo una lunga agonia.  

Potrebbe esserci stato un guasto ai sensori che avrebbero dovuto attivare il riscaldamento nella culla termica e l’allarme collegato al cellulare del parroco. Sarebbe questa l’ipotesi emersa durante una consulenza tenutasi lunedì 13 gennaio nel locale che ospita la culla della parrocchia San Giovanni Battista. Nei giorni scorsi, rendendo dichiarazioni spontanee, una testimone ha raccontato alle forze dell’ordine di aver sentito il pianto del bimbo due giorni prima della tragica scoperta.

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