I Forconi pronti a bloccare le raffinerie siciliane
Da lunedì nuove proteste del movimento dei forconi siciliani che dopo i blocchi dei giorni scorsi si preparano a nuove manifestazioni di piazza per far sentire la loro voce. Ieri il movimento riunito in assemblea al teatro delle Ciminiere a Catania ha deciso infatti di organizzare per la prossima settimana un blocco delle tre raffinerie siciliane di Priolo, Gela e Milazzo impedendo il trasporto del carburante fuori dall'isola. Come ha spiegato il leader dei Forconi, Mariano Ferro, non c'è la volontà da parte dei manifestanti di tornare a bloccare il trasporto merci su gomma, ma la necessità di non far passare sotto silenzio le loro richieste. In particolar modo dal movimento c'è forte delusione per non essere stati ancora né sentiti né convocati nell'ambito delle trattative in corso tra il Governo e la Regione Sicilia, ma anche per le parole dello stesso Governatore Lombardo che parlando con i giornalisti ha definito i dimostranti come persone solo alla ricerca di una ribalta mediatica.
Il movimento Forza d'urto, che raggruppa anche gli autotrasportatori e i pescatori, non ci sta ad essere sminuito e risponde anche alle accuse di infiltrazione mafiosa avanzate dal presidente della Confindustria siciliana Ivan Lo Bello. I "siciliani incazzati" come si sono autodefiniti, si preparano a pressare il governo nazionale e quello dell'Isola sulle richieste già avanzate, come la completa defiscalizzazione del prezzo della benzina. Nuove proteste sono annunciate anche da parte dei pescatori siciliani che insieme ai colleghi del resto d'Italia si riuniranno a Roma a Piazza Montecitorio martedì prossimo per far sentire la loro voce. Non mancheranno anche altre forme di protesta come il blocco di alcuni porti dell'Isola e presidi davanti alla Serit, società di recupero crediti siciliana in stile Equitalia.