I droni italiani verranno armati. L’ok dal Dipartimento di Stato USA

Il Dipartimento di Stato statunitense ha approvato la richiesta avanzata nel 2012 dall'Italia, quella di poter armare due suoi velivoli a pilotaggio remoto MQ-9 Reaper con missili Hellfire (prodotti da Lockheed Martin ), bombe a guida laser e altre armi. A renderlo noto sono stati oggi due funzionari militari statunitensi. Si tratta della prima approvazione alla vendita di aerei senza pilota armati da quando otto mesi fa il governo Usa ha modificato la politica per l'esportazione di questi armamenti, che hanno avuto un ruolo chiave nelle azioni militari americane in Afghanistan, Iraq e Yemen. Un ruolo non sempre felice: in decine di casi, infatti, i bombardamenti effettuati dai droni hanno sterminato famiglie civili scambiate per gruppi di terroristi.
Dopo la Gran Bretagna, l'Italia è il secondo Paese ad aver ricevuto il via libera per l'acquisto di droni armati. Le forze armate facenti capo al governo di Londra impiegano aerei senza pilota dal 2007, secondo quanto riferito dai due funzionari che hanno chiesto di restare anonimi non essendo autorizzati a parlare della questione prima di un annuncio atteso in giornata. Le due "talpe" hanno aggiunto che la Defense Security Cooperation Agency del Pentagono ha notificato ieri sera al Congresso la possibilità della vendita, del valore 129,6 milioni di dollari, con la società privata General Atomics che fungerebbe da prime contractor. La richiesta di poter armare i droni era stata avanzata dall'Italia nell'ormai lontano 2012: analoga richiesta era stata avanzata agli Stati Uniti dalla Turchia, che però a quanto pare non avrebbe ricevuto il semaforo verde.
Da questo momento i parlamentari statunitensi hanno 15 giorni di tempo per bloccare la vendita, anche se un'azione del genere è improbabile anche perché fu proprio Obama, nel 2012, ad auspicare l'armamento dei droni per il nostro paese. All'epoca la portavoce del Pentagono Wendy Snyder dichiarò: “Il trasferimento di strumenti e servizi della difesa americana all’Italia, tra gli altri alleati, le permetterebbe di condividere parte dei costi e di contribuire alle operazioni che proteggono non solo le truppe italiane ma anche quelle degli Stati Uniti e di altri partner della coalizione”.