I documenti segreti venduti dal capitano Biot alle spie russe, anche file “Nato secret”
Documenti militari italiani classificati dallo stato maggiore della Difesa come "Riservatissimi" ma anche informazioni sensibili condivise tra gli alleati dell'alleanza Atlantica e classificati come "NATO SECRET", il terzo livello di classificazione su quattro, sono solo alcuni dei documenti segreti venduti dal capitato di fregata Walter Biot alle spie russe prima che l’ufficiale della Marina militare italiana fosse fermato e arrestato dai carabinieri del Ros nella serata di lunedì a Roma. In tutto sono al momento 181 le foto di documenti cartacei classificati trovati nella scheda di memoria sequestrata a Walter Biot. Probabilmente sono documenti a cui l'ufficiale aveva un accesso facilitato allo stato maggiore nel ruolo di addetto nell'ufficio Politica Militare. Il capitano infatti si occupava anche della proiezione degli assetti italiani della Difesa in teatri operativi esteri e anche di operazioni Nato, Ue e Onu, in particolare era chiamato a gestire "informazioni coperte da segreto e tesi alla sicurezza della Stato".
Alle spie di Mosca almeno 9 documenti "Riservatissimi"
Secondo quanto emerge dall'ordinanza di arresto a suo carico, il capitano, in servizio presso lo Stato maggiore della Difesa, avrebbe consegnato alle spie di Mosca almeno 9 documenti "Riservatissimi", secondo livello di sicurezza su quattro, ma soprattutto 47 documenti classificati come NATO SECRET (NS), un livello di classificazione che, come spiegano dall'Alleanza Atlantica, viene "applicato alle informazioni la cui divulgazione non autorizzata causerebbe gravi danni alla NATO". "Mio marito non voleva fottere il Paese. E non l'ha fatto neanche questa volta, ve l'assicuro, ai russi ha dato il minimo che poteva dare. Niente di così compromettente. Perché non è uno stupido, un irresponsabile" ha sostenuto la moglie. Secondo il giudice però, quanto è stato rinvenuto è "sintomatico dello spessore criminale dell'indagato, che non si è posto alcuno scrupolo nel tradire la fiducia dell'istituzione di appartenenza al solo fine di conseguire profitti di natura economica". Biot si serviva di una speciale chiave d'accesso ‘Nos'. In particolare era chiamato a gestire informazioni – si ricorda – coperte da segreto e tesi alla sicurezza della Stato
Biot rimane in carcere, l'avvocato: "Vicenda sarà ridimensionata"
Biot, che rimane in carcere dopo la convalida del fermo da parte del giudice, al momento non ha voluto rispondere alle domande del giudice nell'interrogatorio di garanzia. "Sono frastornato e disorientato ma pronto a chiarire la mia posizione" ha fatto sapere al Gip di Roma deducendo per il momento di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il suo legale ha spiegato che contesta la ricostruzione della vicenda ma "ha chiesto tempo per raccogliere le idee" e quindi potere affrontare l'interrogatorio con gli inquirenti. "Il mio assistito sta attraversando un momento di profonda crisi, personale, familiare ed economica anche a causa delle gravi condizioni di salute della figlia" ha dichiarato Roberto De Vita difensore di Walter Biot, aggiungendo: "Ci tiene a chiarire che non ha messo in alcun modo a repentaglio la sicurezza dello Stato è che questa vicenda verrà ridimensionata"
Spie russe espulse dall'Italia
Sono già partiti per la Russia dopo l'espulsione, invece, le due spie russe in servizio presso l"ambasciata russa a Roma e accusati di aver acquistato i documenti riservati da Biot. Si tratta di Alexey Nemudrov, addetto navale e aeronautico dell'ambasciata russa a Roma, e Dmitri Ostroukhov, impiegato nello stesso ufficio della sede diplomatica.