I “Direttori della Giustizia” pronti a scioperare: “Siamo stati dequalificati, Nordio ci ascolti”
Chiedono inquadramento nell'Area delle Elevate Professionalità, salvaguardando le mansioni svolte finora, come previsto dal D.M. Giustizia del 9 novembre 2017. I Direttori del Ministero della Giustizia promettono battaglia contro il dicastero del ministro Nordio e sono pronti a scioperare e a manifestare davanti al Ministero. Il motivo? La possibile soppressione del profilo professionale del Direttore, una figura amministrativa delineata nei suoi contorni attuali nel 2017 e che rischia di essere declassata e comunque stoppata nella sua legittima riqualificazione nella c.d area delle Elevate Professionalità.
Il nuovo coordinamento dei direttori
Per questa ragione i Direttori si sono riuniti in un Coordinamento Nazionale dei Direttori della Giustizia e pochi giorni fa hanno redatto un documento per denunciare la situazione e chiedere un incontro al Ministero. "Denunciamo l’illegittima ed iniqua previsione, contraria al CCNL ed a qualsiasi logica di buona amministrazione, di soppressione del Profilo Professionale del Direttore, che il Ministero della Giustizia vorrebbe far automaticamente confluire nella Famiglia Professionale dei servizi amministrativo – contabili e di organizzazione dell’Area Funzionari (come previsto nella bozza del 25.07.2024 del Ministero della Giustizia recante “Ordinamento Professionale del personale non dirigenziale dell’Amministrazione giudiziaria”), in accorpamento ai Funzionari contabili e dell’organizzazione e senza garanzia delle mansioni sinora espletate dai Direttori in servizio, ai sensi del D.M. Giustizia 09.11.2017".
In parole povere, queste figure ad oggi fanno parte dell'Area 3, "Servizi amministrativo contabili di Organizzazione dell'Area Funzionari" ma come direttori svolgono mansioni più elevate rispetto a quelle dei semplici funzionari. Per il ruolo di Direttori peraltro, serve una laurea magistrale mentre per quello dei funzionari ne basta una triennale. La richiesta del coordinamento è di non sopprimere la figura professionale (ed il relativo nome) ma piuttosto di inquadrarla nell'Area 4 delle c.d. Elevate Professionalità, la naturale evoluzione della figura dei direttori.
"Il coordinamento nasce per tutelare i direttori del ministero della giustizia e valorizzarne identità e funzione – spiega uno dei portavoce del Coordinamento, Giandiego Monteleone – Siamo fondamentali per il rinnovamento e il buon fine della trasformazione digitale della giustizia ed anche per questo Ministero, ARAN e sindacati dovrebbero ascoltare le nostre ragioni e le nostre proposte. Siamo aperti al dialogo costruttivo ma anche ad ogni forma di tutela che la legge ci consente".
La risposta del Ministero della Giustizia
Il dicastero del Ministro Nordio ha risposto poco fa ai Direttori attraverso una nota: "Il Ministero della Giustizia non ha adottato alcuna decisione in merito all’inquadramento professionale dei direttori di Giustizia. Nessun demansionamento o cancellazione di titoli, quindi, poiché la materia è devoluta al confronto con le organizzazioni sindacali per la stipula del nuovo contratto integrativo e la definizione delle nuove famiglie professionali. Il confronto, leale, trasparente e costruttivo è tuttora in corso e il Ministero conferma la disponibilità ad ascoltare le istanze dei rappresentanti dei dipendenti amministrativi e a riprendere il tavolo di concertazione, come previsto, a settembre. Non esiste, quindi alcuna decisione unilaterale da parte dell’Amministrazione centrale relativa alla trasposizione nel nuovo ordinamento professionale delle figure esistenti, che è disciplinata dall’art. 18 del CCNL Funzioni Centrali. Per la nuova area delle Elevate Professionali (EP) sono previsti precisi requisiti di accesso e di durata, stabiliti dal CCNL Funzioni Centrali. Il loro numero sarà determinato, come negli altri Ministeri, in base alle esigenze organizzative e funzionali dell’Amministrazione. Alle procedure selettive potranno quindi accedere i dipendenti, come i direttori, in possesso dei requisiti previsti dal contratto nazionale."