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Covid 19

I dati di oggi spiegati: perché le cifre peggiori sul Covid arrivano da ricoveri e terapie intensive

Quattro giorni con più di 900 nuovi ricoveri, tre giorni con più di 100 nuovi pazienti in terapia intensiva. E un indice di gravità della pandemia di Coronavirus pari a quello del 10 marzo, il giorno del lockdown totale. Milano è sempre il cuore della pandemia, mentre Piemonte e Toscana sono le regioni che rischiano il collasso sanitario, nel giro di poche settimane.
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Record di contagi di Coronavirus in Italia, anche oggi, ma a preoccupare sono l'aumento di ricoveri e terapie intensive. I dati riportati dal bollettino di oggi, giovedì 29 ottobre, diffuso dal Ministero della Salute, nelle ultime 24 ore registrano 26.831 contagi da Coronavirus in Italia (ieri ne erano 24.991), per un totale dall'inizio dell'emergenza sanitaria di 616.595 casi. I guariti totali sono 279.282 (+3.878, nelle ultime 24 ore, ieri erano +3416 ) e i morti sono 38.122 (si registra oggi un incremento di +217 decessi, ieri erano +205 ). In Italia ci sono ad oggi 299.191 casi positivi: di questi sono 15.964 i pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, mentre sono 1.651 quelli in terapia intensiva. Complessivamente i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore sono stati 201.452, per un totale dall’inizio dell’epidemia di 15.535.490.

“I dati di oggi e della settimana raccontano che va male, e che la situazione non sembra destinata a migliorare”. Giovanni Forti, 26 anni è studente di Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Dal 2018 fa parte della redazione di YouTrend, dove di occupa della parte editoriale, dell'analisi dei dati e della produzione di data visualization e su YouTrend ha scritto diversi articoli sulla pandemia del Covid-19: “Già oggi avremmo dovuto vedere gli effetti delle misure di due weekend fa, quelle relative alle chiusure notturne – spiega Forti a Fanpage.it – e quelle, come si poteva prevedere, non hanno avuto nessun effetto visibile. Qui siamo di fronte a una crescita che galoppa e non sembra smettere”.

Quanto galoppa?
Abbiamo una media dei casi settimanale a 21.553 al giorno, 9.535 in più rispetto alla scorsa settimana. L'aumento è del 79%, quindi. Una crescita molto forte, ma che sta uscendo gradualmente da una dinamica esponenziale. O almeno stiamo uscendo da una dinamica di raddoppio che fino a qualche settimana fa era di 7 giorni, mentre oggi è attorno agli 8, 9 giorni.

Questa è una buona notizia?
Non lo sappiamo ancora. Più precisamente, non sappiamo perché la crescita sia rallentata. Noi abbiamo tanti amici che sono contatti di positivi in queste settimane. Provate a chiedere loro se hanno fatto un tampone. Scoprirete che esiste una quota di persone che non sono mai state testate. E che probabilmente, sono positive al Coronavirus senza saperlo. E che quindi non sono conteggiati nei dati ufficiali, perché non c'è più la forza di testarli.

Nonostante anche oggi ci sia stato un record di tamponi?
Nonostante per la prima volta, oggi, si sia superata quota 200mila tamponi dall'inizio della pandemia, siamo arrivati a un punto in cui il tasso di positività sui casi testati è attorno al 20% e cresce di settimana in settimana. Ed è un tasso – lo ripeteremo allo sfinimento – che non descrive un aumento di contagiosità del virus, ma la nostra incapacità di testare e tracciare gli asintomatici.

Il grande campanello d'allarme si chiama sempre Milano…
Si chiama Milano, che oggi ha avuto 3209 casi, più della seconda regione dopo la Lombardia. Milano da sola, sarebbe la seconda regione d'Italia, se fosse autonoma. E Milano è seguita dalle altre tre grandi città come Napoli, Torino e Roma. E soprattutto da altre tre province dell'hinterland milanese, come Monza, Varese e Como. Ed è un contagio figlio chiaramente del forte interscambio con Milano, che di fatto è il cuore del contagio in questa seconda ondata. Allo stesso modo, Napoli ha la medesima influenza sulla provincia di Caserta. Densità abitativa e pendolarismo sono due enormi fattori di crescita in questa fase.

Coi ricoveri come andiamo?
Andiamo che oggi è il quarto giorno consecutivo con più di 900 ricoveri non in terapia intensiva, al netto delle persone che vengono dimesse. Questo è un dato molto allarmante, perché siamo a quasi 16mila ricoverati, a fronte di una capacità complessiva di circa 38mila posti letto. Di fatto, siamo al 42% del tasso di occupazione dei reparti. Nel giro di tre settimane, di questo passo, rischiamo di andare al completo, anche senza ipotizzare un’ulteriore accelerazione della pandemia.

Anche le terapie intensive sono sotto stress?
Anche. E anche loro sono al terzo giorno consecutivo in cui c'è un aumento più di 100 ricoveri. Significa che un quarto dei posti a disposizione sono occupati, ma dobbiamo tener conto del fatto che la situazione varia da ospedale in ospedale. Più si va avanti, più aumenta lo sforzo logistico per trasferire malati da un territorio che ha occupato tutti i posti in terapia intensiva a uno che ne ha ancora.

Quali sono i territori maggiormente in difficoltà da un punto di vista della pressione sanitaria?
Il Piemonte, che ha il 37% dei posti in terapia intensiva occupati. Poi c'è l'Umbria col 40%, la Valle d'Aosta col 35% e la Toscana con il 31%. Siamo in una fase in cui la redistribuzione dei malati dovrebbe iniziare il prima possibile.

L'indice di gravità complessiva della pandemia elaborato da YouTrend oggi che dice, infine?
Dice che siamo al 64%, e solo giovedì scorso eravamo a 50%. Meglio della prima ondata, in cui erano bastati solo 4 giorni per passare da 50 a 64. Detto questo, 64 è l'indice di gravità del 10 marzo, il giorno di lockdown totale. Fate i vostri conti.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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