Record di decessi dall’inizio dell’epidemia di Covid-19 in Italia, proprio nel giorno in cui si parla di nuove aperture e di un’Italia che diventa tutta zona gialla per Natale. Sono 23.225 i nuovi casi di Coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 20.709) per un totale dall'inizio dell'emergenza sanitaria di 1.664.829 contagiati. È quanto emerge dal bollettino di oggi, giovedì 3 dicembre, diffuso dal Ministero della Salute, sulla situazione epidemica nel nostro Paese. Nell'ultima giornata si registra un record di decessi covid: +993, ieri erano stati 684, per un totale di 58.038 vittime dall'inizio dell'epidemia. I guariti in totale sono invece 846.809 (+23.474). I casi attualmente positivi sono 759.982.
“È un dato che ci conferma che siamo al picco dei decessi ed è un’indicazione molto importante per capire quanto sarà veloce la discesa”. Giovanni Forti, 26 anni, è studente di Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Dal 2018 fa parte della redazione di YouTrend, dove di occupa della parte editoriale, dell'analisi dei dati e della produzione di data visualization e su YouTrend ha scritto diversi articoli sulla pandemia del Covid-19: “Il primo dato è che la distanza tra diagnosi e decessi si sta allungando – spiega Forti a Fanpage.it -, e questo dice molto sulla nostra capacità di trattare la malattia rispetto alla prima ondata”.
In che senso?
Il picco dei contagi è stato tra il 15 e il 16 di novembre, quindi diciassette giorni fa. Mentre durante la prima ondata la distanza tra le curve di contagi e decessi era sotto le due settimane, tra i dodici e i tredici giorni. Per quanto possa non sembrarlo, è una notizia positiva, perché ci dice che riusciamo a prendere i casi un po' prima, e proprio per questo le terapie riescono a essere più efficaci.
Difficile parlare di terapie efficaci con 993 morti in tabella…
Quei morti ci dicono che ancora non sappiamo curare il Coronavirus, né sappiamo tracciare i contagi in modo adeguato. Tuttavia, per quanto riguarda contagi, ricoveri e terapie intensive sappiamo che il picco è superato. Peraltro, prima del dato di oggi sembrava che anche il picco dei decessi fosse superato.
Spiegati meglio…
Il dato di oggi è un’anomalia rispetto a un trend che nei giorni scorsi era già discendente. Oggi la media mobile dei decessi degli ultimi sette giorni è pari a 741, ma lunedì era 730, martedì era 720 e ieri era 715. Al netto della risalita di oggi, il trend è e rimane discendente.
Come ti spieghi questa anomalia?
Potrebbe essere un’oscillazione statistica, rara ma non impossibile, oppure c'è stato un riconteggio che non è stato segnalato nel bollettino.
Da dove arrivano tutti questi morti?
La Lombardia è stata la regione con più decessi, e ne ha fatti segnare 347. Quello della Lombardia non è record assoluto, perché nella prima ondata in alcuni giorni avevamo avuto più di 500 morti in un giorno solo. Ci sono stati, invece, 95 in Veneto, 92 in Piemonte, 85 decessi in Emilia-Romagna, 50 in Campania, 38 nel Lazio. Il dato che fa pensare ci sia stato un riconteggio è quello del Friuli Venezia Giulia, che ha fatto contare ben 52 morti, che per una regione così piccola sono davvero un dato anomalo.
A livello di terapie intensive e ricoveri, invece?
A proposito di terapie intensive, oggi per la prima volta il bollettino segnala il numero di nuovi accessi nelle terapie intensive. Oggi sappiamo, quindi, che abbiamo 19 persone in meno in terapia intensiva, ed è un dato positivo. Ma sappiamo anche che rispetto a ieri ne sono entrati 217. I dati più allarmanti sulla terapia intensiva arrivano dalla Puglia, che ha 33 nuovi ingressi in terapia intensiva e sta davanti anche alla Lombardia. L'Emilia – Romagna e il Veneto, che oggi hanno avuto tanti morti, hanno avuto pochi ingressi in terapia intensiva, rispettivamente 14 e 10.
Con questi dati, cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni?
Questa settimana abbiamo visto una media settimanale di contagi attorno ai 22mila casi, con un calo del 25% rispetto a settimana scorsa. La prossima settimana, di questo passo, sarà di circa 17mila casi al giorno. Questo vuol dire che nel corso di alcune settimane, potremo essere in grado di riprendere in mano il tracciamento dei casi asintomatici, e ad allentare la pressione sugli ospedali e sulle terapie intensive. Sono speranze, più che previsioni. Ma i dati di oggi, per quanto terribili, non devono farci ripiombare nello sconforto.