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Covid 19

I dati dell’8 maggio spiegati: perché il calo dei contagi da Coronavirus sta rallentando

Avevamo iniziato la settimana con 850 casi di Coronavirus in meno rispetto ai sette giorni precedenti. La chiudiamo a 670, con il traguardo dei “contagi zero” che si allontana un po’. Dobbiamo preoccuparci? No, ma non dobbiamo nemmeno abbassare la guardia. E la fase 2 non c’entra nulla (per ora)
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Calo sì, ma meno del previsto. Il bollettino diffuso dalla Protezione Civile dell’8 maggio sull’emergenza di Coronavirus in Italia registra 217.185 casi di Covid-19 ( 1.327 in più di ieri) di cui 99.023 guariti (2.747 in più di ieri) e 30.211 morti ( 243 in più di ieri). Dei pazienti attualmente positivi, 72.157 sono in isolamento domiciliare con pochi sintomi o asintomatici, 14.636 sono ospedalizzati e 1.168 sono ricoverati in terapia intensiva, dati che confermano il trend decrescente delle ultime settimane. Le regioni più colpite dal contagio restano Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Finora sono stati effettuati 2.445.063 tamponi, di cui 64.775 nelle ultime 24 ore.

“Sui contagi siamo in linea con le previsioni, sui morti stiamo andando peggio”. Giovanni Forti, 26 anni è studente di Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Dal 2018 fa parte della redazione di YouTrend, dove di occupa della parte editoriale, dell'analisi dei dati e della produzione di data visualization e su YouTrend ha scritto diversi articoli sulla pandemia del Covid-19: “Dal punto di vista dei casi abbiamo visto un calo del ‘caso Piemonte’, in parte dovuta al fatto che è finita tutta la ricognizione delle Rsa regionali – spiega Forti a Fanpage.it -. La fine di queste ricognizioni ci ha portato sotto ai 400 casi al giorno. Buona parte del calo nazionale dei contagi di questa settimana, viene da lì”.

Il resto del calo da dov’è venuto, invece?
Da quelle regioni che oscillavano tra i 50 e 150 casi al giorno: Lazio, Liguria, Toscana e Veneto, che questa settimana hanno oscillato un po’ meno. Questa settimana, nessuna di queste regioni si è avvicinata ai 150 casi al giorno, lambendo i 100 contagi giornalieri solo in pochi casi.

La Lombardia non ha registrato il calo che ci aspettavamo…
È calata percentualmente meno del resto dell’Italia. Due settimane fa era raro si avvicinasse al 50% dei casi giornalieri sul totale nazionale. Negli ultimi giorni ci si è avvicinata parecchie volte, invece.

Oggi c’è qualche regione a casi zero?
Sì, c’è la Basilicata, ma poi ci sono tre regioni a un caso – Calabria, Umbria e Valle D’Aosta. Il Molise, invece, ne ha avuti 22 in più. Probabilmente un riconteggio o tamponi arretrati. In Basilicata, abbiamo assistito a questo processo la scorsa settimana, e abbiamo passato quest’ultima a veder riaggiornare il calcolo ogni giorno. Potrebbe andare così anche per il Molise.

Da dove arrivano i decessi, invece…
Più di un terzo dalla Lombardia. Parliamo di quasi 100 decessi sui 243 totali. Altri 90 arrivano da Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. Oggi ci sono anche sei regioni a zero decessi: Molise, Basilicata, Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e la Provincia Autonoma di Trento. La mortalità, come i casi e più dei casi, sembra concentrata nelle grandi regioni del Nord.

Cosa dice la media mobile settimanale del venerdì?
Che il calo, questa settimana, è rallentato un po’. Rispetto alla scorsa settimana, ne abbiamo 670 in meno. Rispetto al calo di 850 casi che avevamo previsto a inizio settimana è una discesa un po’ più lenta.

 

Lenta e fisiologica?
Sì, perché man mano che si avvicina allo zero il calo rallenta.

Cosa ci dobbiamo aspettare per la prossima settimana?
Possiamo sperare che per qualche giorno potremo “festeggiare” qualche giorno con meno di mille casi, soprattutto a inizio settimana. In pratica, torneremmo al dato del 6 marzo, l’ultimo giorno con meno di mille casi al giorno.

Il traguardo degli zero contagi, a questo ritmo?
Sempre attorno agli ultimi giorni di maggio. Ma più ci avviciniamo a zero, più il calo rallenta, ricordiamocelo sempre. Indipendentemente dalla fase 2.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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