La discesa verso “zero contagi” rallenta, com’era fisiologico attendersi. E i decessi calano meno del previsto. Il bollettino della Protezione Civile di lunedì 11 maggio sull’emergenza Coronavirus in Italia registra 219.814 casi di Covid-19 (744 in più di ieri) di cui 106.587 guariti (1401 in più di ieri) e 30.739 morti (179 in più di ieri). Dei pazienti attualmente positivi, 67.950 sono in isolamento domiciliare con pochi sintomi o asintomatici, 13.539 sono ospedalizzati e 999 sono ricoverati in terapia intensiva, dati che confermano il trend decrescente delle ultime settimane. Finora sono stati effettuati 2.606.652 tamponi, di cui 40740 nelle ultime 24 ore.
“I dati sono molto buoni, ma non facciamoci prendere da facili entusiasmi”. Giovanni Forti, 26 anni è studente di Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Dal 2018 fa parte della redazione di YouTrend, dove di occupa della parte editoriale, dell'analisi dei dati e della produzione di data visualization e su YouTrend ha scritto diversi articoli sulla pandemia del Covid-19: “Parliamo di meno di 750 nuovi casi – spiega Forti a Fanpage.it – un dato che non eravamo abituati a vedere dal 4 marzo. E quei 600 casi positivi del 4 marzo erano arrivati a fronte di 4000 tamponi. Oggi di tamponi ce ne sono stati circa 40mila. Vediamo uno scemare dell’epidemia: la questione semmai è a che ritmo ne stiamo uscendo”.
Appunto: a che ritmo ne stiamo uscendo?
Guardando la media mobile settimanale, la sensazione è che il ritmo stia rallentando. Lunedì scorso avevamo avuto 1200 nuovi casi, oggi ne abbiamo 740. Questa settimana rispetto alla scorsa, abbiamo avuto 664 casi in meno al giorno. Se la confrontiamo con il -800 medio della settimana precedente notiamo un rallentamento del calo.
È un rallentamento fisiologico?
Sì, l’abbiamo detto spesso: più ci avviciniamo a zero, più il calo rallenterà. E quando scenderemo sotto i mille casi avrà sempre meno senso chiedersi “a questo ritmo quando finirà”.
Perché?
Perché ci saranno regioni che continueranno ad avere nuovi casi di Coronavirus: la Lombardia anche a fine maggio avrà decine di nuovi casi.
Oggi abbiamo dati positivi su decessi e guarigioni, però…
I dati sulle guarigioni in realtà non è altissimo, come ogni lunedì. Il dato di oggi è il più basso di tutta la settimana. Soprattutto, stupisce il dato lombardo, con soli 75 guariti in un giorno. Il minimo, nelle ultime settimane, era di qualche centinaia di guariti al giorno. Meno di 100 è un dato che stupisce.
I decessi, invece?
I decessi si confermano sotto i 200 giornalieri: la cifra è comunque elevata, nonostante sia in calo. Non ci stiamo distaccando troppo dalla media della settimana scorsa.
A livello territoriale come si leggono i dati?
Il calo è generalizzato. Abbiamo 360 nuovi casi in Lombardia, 111 in Piemonte e in tutte le altre regioni sono sotto i cento casi. Anche questo, ieri escluso, non succedeva da inizio marzo. La distribuzione è sempre la stessa: la Lombardia che fa quasi la metà dei casi nazionali, Piemonte ed Emilia-Romagna che sono la seconda e la terza regione, e poi un gruppo di regioni come Liguria, Veneto e Lazio che oggi ritroviamo tra i 20 e i 50 casi. E poi c’è il Molise…
Che succede in Molise?
Fino a giovedì in Molise c’erano stati 305. Oggi, 4 giorni dopo, siamo a 383. In quattro giorni, c’è stato un aumento di più del 25% dei casi. Probabilmente si tratta di casi arretrati o di ricognizioni di luoghi come case di riposo. Certo è che se il caso di un giorno solo può essere una fluttuazione singola, quattro giorni di dati simili sono un campanello d’allarme.
A zero casi chi c’è?
Nessuna regione, ma ci sono ben 35 province tra cui Mantova, Biella e Belluno, che non hanno registrato alcun contagio. Milano invece è ancora la prima provincia come numero di nuovi contagi, seguita da Brescia, Torino, Bergamo e Lecco, che ha un aumento di 50 casi, quella con l’incremento percentuale più alto in tutta Italia.