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I cani abbaiano di notte: i padroni vanno in galera

Pugno duro della Cassazione contro 4 padroni di cani che disturbavano il vicinato abbaiando durante la notte. Per loro 2 mesi di reclusioni e un’ammenda di 500 euro.
A cura di Alfonso Biondi
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Cane abbaia di notte: padrone condannato

Dopo la notizia dei 100 cani da slitta massacrati in Canada dopo le olimpiadi di Vancouver, i nostri amici a quattro zampe continuano a far discutere. Siamo a Regalbuto, un comune siciliano di 7000 anime in provincia di Enna. Alcuni cani, una decina per la precisione, sono soliti abbaiare durante la notte: in pratica c'è un cane che inizia il concerto e via via il coro dei quadrupedi si fa sempre più insistente. Gli abitanti del quartiere, perché preferiscono altri generi musicali o perché semplicemente a una certa ora vogliono dormire, iniziano a raccogliere delle firme per porre fine all'abituale concerto.

Parte il processo contro i padroni, si arriva in Cassazione e il verdetto della Corte ha del sorprendente: i proprietari degli animali, oltre a pagare le spese processuali, dovranno pagare un'ammenda di 500 euro e scontare una pena detentiva di 2 mesi. In parole povere andranno in galera perché i loro cani abbaiavano di notte.

Pugno durissimo della Cassazione contro i 4 proprietari dei cani (forse la Corte sarebbe stata più benevola se avesse dato un'occhiata alla storia di Leao), i quali chiedevano di "scoprire" quale fosse stato il cane a dare  il là a tutti i concerti. All'inizio i proprietari coinvolti erano 6; 2 di loro, però, si tirarono subito fuori, decidendo di pagare i circa 50 euro che prevedeva il decreto di condanna per strepitio di animali. Gli altri 4 sono andati in fondo e ora si trovano a dover subire questa discutibile condanna. Nella sentenza della Corte si legge che: "Gli strepiti dei cani potevano essere agevolmente attenuati, o senz'altro evitati dai relativi proprietari".

Ironia della sorte vuole che il reato non sia neanche indultabile, perché successivo al marzo 2006. Adesso ai 4 non resta che formulare una richiesta al Tribunale di sorveglianza per cercare di ottenere, in luogo della detenzione, l'affidamento ai servizi sociali o gli arresti domiciliari.

Gli interessati commentano la sentenza con delusione e con sconcerto, ma continuano a rivendicare la "buona" fede dei loro amici a quattro zampe. Il 76enne pensionato Santo Fiorenza, infatti, continua a difendere i suoi due bassotti ed è anche quello che fanno gli altri protagonisti di questa sciagurata vicenda: il barista Francesco Pignarello Arcodia, il camionista Giuseppe Cardaci e il pensionato Santo Granuzzo. Tutti e 4 sono incensurati.

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