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I bagnini non possono più salvare vite in spiaggia: vietata la respirazione bocca a bocca

È tra le misure anti-contagio raccomandate per chi va al mare da Inail e Iss: “Si raccomanda di valutare il respiro soltanto guardando il torace della vittima alla ricerca di attività respiratoria normale, ma senza avvicinare il proprio volto a quello della vittima e di eseguire le sole compressioni (senza ventilazioni)”.
A cura di Biagio Chiariello
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Se questa estate riuscirete a fare un bagno al mare, il consiglio è quello di stare molto attenti e non andare troppo a largo a nuoto. Chi dovrà soccorrervi, infatti, non potrà effettuare la respirazione bocca a bocca: i bagnini potranno valutare il respiro solo guardando il torace del malcapitato. Questa la discutibile prescrizione presente nei protocolli sulla balneazione dell’Inail e dell’Iss.

Scorrendo “Documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia”, a  pagina 17 – oltre al consueto uso dei dispositivi di protezione, lavaggio delle mani e degli indumenti – sono elencate le norme raccomandate per i lavoratori e tra queste quelle riguardanti l’attività di salvamento in mare svolta dai bagnini, che generalmente si occupano anche di prestare il primo soccorso anche se qualcuno si sente male in spiaggia. L’indicazione è chiarissima: “In attesa di nuove evidenze scientifiche, si raccomanda di valutare il respiro soltanto guardando il torace della vittima alla ricerca di attività respiratoria normale, ma senza avvicinare il proprio volto a quello della vittima e di eseguire le sole compressioni (senza ventilazioni) con le modalità riportate nelle linee guida”.

Va detto che le raccomandazioni di Inail e Iss, come riportato nel documento, si rifanno ai consiglio impartiti dall’Italian Resuscitation Council (IRC) e dall’European Resuscitation Council (ERC) per ridurre i rischi per il soccorritore, “senza venire meno della necessità di continuare a soccorrere prontamente e adeguatamente le vittime di arresto cardiaco”.

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