I 28 milioni di euro raccolti via sms non sono ancora arrivati ai terremotati
Sono ormai passati quasi sei mesi dal terremoto del 24 agosto scorso e poco più di due da quello del 30 ottobre, ma ancora oggi, 19 gennaio 2017, le donazioni private effettuate dai cittadini mediante sms solidale al numero 45500 attivato dal dipartimento della Protezione Civile non sono ancora arrivate a destinazione: una cifra complessiva pari a 28 milioni di euro. Non solo, i fondi stanziati con il primo decreto terremoto, risalente allo scorso agosto, sarebbero anch'essi fermi, bloccati dalla dai vari ministeri di competenza. Uno stallo dovuto, in entrambi i casi, a problemi di tipo burocratico, lungaggini create da alcuni protocolli farraginosi che impediscono di provvedere in tempi brevi all'erogazione di queste somme. Insomma, in fase di emergenza, i terremotati si trovano a poter contare solo su una parte della risorse stanziate e all'appello mancano ancora centinaia di milioni di euro totali, sempre secondo la denuncia della parlamentare del Movimento 5 Stelle Laura Castelli, che ai microfoni di Fanpage.it spiega la questione:
"La questione è prettamente tecnica, nel senso che si è fatto un protocollo dopo il primo terremoto per il quale gli sms e i bonifici che arrivavano dalla solidarietà degli italiani venivano raccolti su un conto della Tesoreria Centrale dello Stato e secondo questo protocollo, la raccolta delle donazioni sarebbe stata chiusa il prossimo 29 gennaio. Una volta chiusa la raccolta, però, si deve costituire un comitato di garanzia formato, si legge nel comunicato, da persone "onorabili" e di "indubbia moralità" – ma ancora non si sa chi entrerà a far parte di questo comitato – che dovranno poi scegliere quali progetti finanziare con quelle somme attraverso le Regioni. Ora, questi 28 milioni di euro raccolti sono per protocollo bloccati fino almeno al 29 gennaio, salvo proroghe, ovvero quando si chiuderà la raccolta. Da quel momento, però, dovrà essere costituito il comitato e andranno vagliati i vari progetti, quindi chissà quando davvero questi fondi verranno sbloccati. La mia denuncia aveva come obiettivo quello di evidenziare l'esistenza del problema: ok i protocolli, ma vi rendete conto che questi 28 milioni servono a quelle popolazioni e a quelle persone che stanno morendo di freddo?".
Come anticipato, non solo le donazioni private dei cittadini risultano al momento bloccate dal protocollo, ma anche i fondi stanziati con il decreto risalente allo scorso agosto, spiega Castelli: "Abbiamo poi contattato la Ragioneria generale dello Stato per capire se i capitoli di bilancio che erano stati assegnati con il ‘decreto terremoto' di agosto per l'anno 2016 erano arrivati a destinazione, ossia se erano state liquidate le somme destinate all'emergenza terremoto. Anche in questo caso lo sconcerto è stato grande perché questi soldi risultano fermi tra i capitoli dei ministeri, senza motivo".
Come evidenziato ieri pomeriggio dal Movimento 5 Stelle in un post pubblicato sul Blog di Beppe Grillo, "quei soldi fino ad ora sono arrivati ai ministeri competenti e sono già a disposizione della struttura commissariale, quella che dovrebbe iniziare a funzionare a febbraio. Per la fase emergenziale ancora non si è vista neppure una lira:
I fondi destinati allo svolgimento dell’anno scolastico 2016/2017 al Miur (5 milioni) e quelli destinati al programma infrastrutture ambientali per l’anno 2016 (3 milioni) non sono ancora stati spesi.
I fondi destinati all’indennità per lavoratori dipendenti (124,5 milioni) e lavoratori autonomi (134,8 milioni) per il solo 2016 sono fermi per via della predisposizione della convenzione con il Ministero del Lavoro e Politiche Sociali.
I fondi destinati alle assunzioni a tempo determinato nei comuni per il 2016 (1,8 milioni) non sono ancora arrivati al Ministero dell’Interno.
I fondi destinati al parco mezzi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per il 2016 (5 milioni) sono fermi al Ministero dell’Interno.
"La sostanza della questione qual è? Che da una parte hanno raccolto i soldi degli italiani e sono fermi per colpa di un protocollo del tutto pazzo e folle, che impedisce di spendere questi soldi in maniera immediata, ma bisogna aspettare che si concluda tutto l'iter burocratico. Dall'altra parte i soldi che potevano arrivare subito perché istituiti nei capitoli di bilancio per l'anno 2016 non sono ancora stati liquidati. Quindi oggi possiamo dire che il governo tiene completamente fermi tutti i fondi che riguardano il terremoto. Nel caso del messaggio solidale, inoltre, come mi diceva oggi qualcuno, siamo quasi a livelli di pubblicità ingannevole. Nel momento di massima emergenza si chiedono attraverso uno spot dei soldi agli italiani e poi invece si scopre che queste somme non vengono erogate subito ma rimangono bloccate per oltre sei mesi".
Al momento però risultano essere stati trasferiti alcuni fondi per l'emergenza terremoto, come spiega la stessa parlamentare del Movimento 5 Stelle: "Al Commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, sono arrivati 3 milioni di fondi del 2016 da utilizzare per la struttura del Commissario e relativo personale, oltre a ulteriori 200 milioni destinati invece all’Istituzione del Fondo per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici che, però, non saranno utilizzati finché la fase di emergenza non sarà chiusa". Fase che al momento, viste le numerose scosse che da tempo tormentano la zona, non è dato sapere quando potrà essere definitivamente chiusa.
La replica della Protezione Civile
In riferimento alle nuove errate informazioni che circolano soprattutto sui social in merito all'utilizzo delle donazioni raccolte attraverso il numero 45500, si precisa che, come indicato anche nel Protocollo che ne disciplina il funzionamento, queste serviranno per supportare la ricostruzione dei territori colpiti. Per la fase di gestione dell'emergenza, infatti, sono destinate tutte le necessarie risorse attraverso i fondi pubblici.
In particolare, in questa emergenza, come disposto dal decreto legge 189 convertito, le donazioni confluiranno nella contabilità speciale del Commissario straordinario alla ricostruzione e saranno gestite passando dal controllo di un Comitato dei Garanti, come prevede proprio il Protocollo.
Saranno i territori a valutare, in raccordo con Regioni e Commissario e sulla base delle esigenze valutate nell'ambito del più complessivo piano della ricostruzione, a indicare su quali progetti destinarli.
Lo stesso vale per le somme raccolte attraverso il conto corrente aperto dal Dipartimento