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“Ho una pensione da 2.100 euro, ma ne perdo 684 l’anno: non ditemi ricco”

La storia di Samuele Brivio, ex bancario e militante di Sel, racconta dal Corriere della Sera: “Ho iniziato a lavorare quando ne avevo 17. Dal 2008, solo di tasse aggiuntive ho perso 684 euro. Poi il blocco”.
A cura di B. C.
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Samuele Brivio, ha 62 anni e percepisce una pensione da 2.110 euro al mese. “Tutti soldi guadagnati, non ho rubato nulla”, spiega il diretto interessato, come racconta il Corriere della Sera. Oltre ad essere un ex bancari, è anche un militante di Sel e per quanto il suo sussidio appaia piuttosto alto, tra blocco della rivalutazione, tasse locali e affini, alla fine di quei soldi 684 euro non entrano ogni anno nel suo portafogli. "Beh, come vede, con 2.110 euro netti supero i tremila lordi. Morale: già da due anni mi hanno bloccato l’adeguamento all’inflazione. Il mio assegno reale diminuisce mese dopo mese. Sia chiaro: da me non sentirà un lamento". Quindi prova ad andare più nel dettaglio: "Ho iniziato a lavorare a 17 anni. Quando sono andato in pensione, nel 2009, potevo contare su 2.167 euro al mese. Adesso, con il blocco dell’indicizzazione e le tasse locali che aumentano, ne prendo 2.110: 50 euro in meno al mese, 684 che mancano all’appello ogni anno. E’ a questi conti che bisogna aggiungere la mancata indicizzazione. Con un’inflazione all’uno per cento mi spetterebbero circa 390 euro l’anno. E per fortuna che il tasso di crescita dei prezzi oggi è molto contenuto”.

Oltre 2 mila euro al mese, ma Brivio rifiuta l’etichetta di ‘ricco': "Nessuno mi deve spiegare che c’è un’Italia che soffre, arranca e lotta per colpa della crisi: lo so già. Però non venitemi nemmeno a dire che con i miei duemila euro al mese faccio parte della categoria dei ricchi. Eh no, non ci sto! La verità è che lo Stato va a prendere i soldi nel mucchio, nelle tasche in cui è sicuro di trovarli, dove è convinto che poi, alla fine, tutto si risolverà con qualche mugugno". "Però no, non sono ricco – continua Brivio, prendendo fiato a stento -. Benestante sì, sicuro. Ma io qui vorrei che per una volta si guardasse a chi sta meglio. E una cosa è certa: ai ricchi, quelli veri, non vengono chiesti sacrifici proporzionati al reddito".

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