“Ho trovato io il suo corpo”. Parla il padre di Edoardo, morto folgorato su un treno a Verona

"Sono stato io a trovare il corpo senza vita di mio figlio Edoardo sui binari, vicino a un treno merci". A parlare, in un'intervista rilasciata al Corriere, è Alberico Mangano, l'uomo che tre giorni fa ha scoperto il cadavere del figlio diciannovenne Edoardo, folgorato dai cavi dell'alta tensione alla stazione di Verona. Il giovane era scomparso da oltre ventiquattro ore quando il padre, insieme agli agenti della Volante e della Polizia Ferroviaria, lo ha ritrovato illuminandolo con la torcia.
Il giovane è morto nella notte tra venerdì e sabato, a pochi passi dalla stazione di Porta Vescovo e dal "Disco Love" di via Giolfino. Secondo le prime ricostruzioni, Edoardo si sarebbe arrampicato su un vagone merci fermo, rimanendo folgorato dopo aver toccato, o forse solo sfiorato, i cavi dell'alta tensione.
Il padre ha ricostruito le ultime ore del figlio, ricordandone la generosità. "Pochi minuti prima di morire, Edoardo ha chiamato un amico per ben quattro volte per chiedergli cosa fare con Giovanni (nome di fantasia, ndr), che era rimasto ferito dopo essere stato folgorato sul vagone. Ma l'amico non ha risposto, stava dormendo. Allora Edoardo ha contattato un altro conoscente, ma non è chiaro cosa si siano detti. Probabilmente gli ha chiesto di chiamare il 118. Poi ha aggiunto che il suo telefono era scarico e non è riuscito a lanciare l'allarme".
Quello che accadde subito dopo resta un mistero. Il giovane rimasto ferito, che potrebbe fornire dettagli cruciali sulla tragedia, ha raccontato di essersi ripreso solo verso le due di notte di sabato. Disorientato, si sarebbe incamminato verso casa senza cellulare e senza scarpe, che non sono mai state ritrovate.
A sorprendere è il fatto che il ragazzo ferito non abbia allertato nessuno. Solo la madre, notando macchie di sangue sul pavimento, lo ha svegliato la mattina successiva e gli ha chiesto spiegazioni. "Le ha detto che si era ferito con i fili dell'alta tensione", racconta Mangano. La donna lo ha quindi accompagnato in ospedale, dove i medici hanno confermato una bruciatura sulla testa, compatibile con una scossa elettrica.
Nel frattempo, i genitori di Edoardo, ignari dell'accaduto, hanno vissuto ore di angoscia. "Nessuno ci ha avvertito. Solo nel pomeriggio, un amico di Edoardo è venuto a citofonare per chiederci se fosse a casa. Era preoccupato, perché il suo telefono risultava spento", spiega il padre. A quel punto, la coppia ha chiamato ospedali e polizia per cercare il figlio. Gli agenti, con grande professionalità, sono riusciti a rintracciare il ragazzo che aveva cercato Edoardo e lo hanno convocato.
Il testimone ha raccontato che Edoardo e i suoi amici avevano cercato di entrare in discoteca, ma i buttafuori avevano negato loro l'accesso. Frustrati, hanno tentato di aggirare l'ostacolo arrampicandosi su un muro alto circa sei metri, probabilmente utilizzando una grondaia. Il personale di sicurezza li ha notati; Edoardo ha scelto di scappare con un amico, trovando rifugio sopra un carro merci. Lì, dove è morto folgorato.