Zingari fuor di retorica, all'interno di un campo rom. Cena, riti, mogli e speranze divise fra lavoro ed elemosina, povertà e festa. E' un popolo strano, quello Romanì. Se ne sente parlare spesso in campagna elettorale in relazione alle parole "sicurezza", "furti" e "a casa loro". Secondo molti è un popolo che ruba per definizione, oppure chiedono l'elemosina perché "è la loro cultura". Noi di Fanpage.it ci abbiamo parlato, mangiato e ballato. E Saverio Tommasi non ha risparmiato le domande più scomode, cercando innanzitutto di capire. Abbiamo iniziato presentandoci una mattina davanti al cancello di uno dei campi rom della provincia di Firenze e chiedendo loro di "fare conoscenza", un po' come fanno i bambini ai giardinetti pubblici, quando vedono un loro coetaneo: "Ciao, come ti chiami?" "Giochiamo insieme?" E noi, nel nostro caso: "Mi racconti la tua vita?" Perciò abbiamo scelto di raccontarvi le difficoltà della vita quotidiana, ma abbiamo scelto di farlo con allegria; e del resto, con così tanti bambini a giro per il campo, sarebbe stato difficile il contrario.