“Ho paura ma non vado via per il futuro del mio Paese”, il coraggio della giornalista russa Ovsyannikova
"Non ho mai pensato alla possibilità di emigrare dalla Russia. Sono patriota e mio figlio è un patriota ancora più grande di me. Se tutte le persone ragionevoli, colte, preparate lasciano questo paese… chi rimane? E dunque io voglio pensare al futuro del mio Paese", è il messaggio di coraggio lanciato questa sera dalla giornalista russa Marina Ovsyannikova, che manifestò contro la guerra con un cartello no-war durante una diretta video della sua emittente tv e per questo anche arrestata. "Le informazioni oggi in Russia sono davvero ridotte, perché in Russia tutti i mass media dell'opposizione sono bloccati e anche la maggioranza dei social sono stati chiusi" ha sottolineato Ovsyannikova ospite stasera della trasmissione tv "Che Tempo Che Fa" su Rai tre, ricordando che "Ora le notizie in Russia sono in onda con un minuto di ritardo" e "Attualmente i russi non hanno dove trovare le informazioni veritiere su quello che succede in Ucraina".
"Certamente che ho paura, sono una persona normale, una abitante di Mosca e ho due figli che tiro su da sola. Possiamo dire che ho più paura per loro che per me stessa. Ho paura che possano subire un'aggressione scuola o che siano bullizzati" ha ammesso la giornalista russa no-war rispondendo ad una domanda di Fabio Fazio, aggiungendo: "Mi sento sola, sì. Dopo questo incidente, dal primo canale nessuno mi ha chiamato o scritto, anzi mi ha scritto una persona sola, non mi conosceva di persona, mi ha mandato qualche parola di sostegno, ma tra i colleghi nessuno. Non so quando mi sveglierò domani cosa accadrà. Vivo alla giornata e forse è meglio."
"Secondo le ultime indagini indipendenti, il 50% della popolazione russa sostiene questa guerra e il 50% è contro. Se vediamo le indagini dei centri nazionali il quadro è diverso: il 70% sostiene l'intervento " ha proseguito la giornalista che ha sfidato la censura della televisione russa, mostrando un cartello contro l’invasione in Ucraina. "Vorrei aggiungere una cosa importante: attualmente ci sono molti russi che soffrono insieme agli Ucraini. Soffre la classe media, la classe che è orientata all'Occidente. Tutti giorni si scontrano con queste sanzioni" ha sottolineato ancora Ovsyannikova, ricordando che anche lei ha "due cugine che vivono in Ucraina, una in Odessa e l'altra in Ucraina occidentale". "Dunque bisogna trovare un dialogo tra la Russia e l'Occidente" e questa possibilità di dialogo potrebbe arrivare attraverso la cultura. "Russia e Occidente ricostruiscano i rapporti a partire dalla cultura" è l'appello lanciato da Ovsyannikova.