Ho la sclerosi multipla e mi curo con la cannabis: “Non voglio finanziare la mafia”
In Italia continua il dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere e una delle questioni più spinose rimane l'uso terapeutico della cannabis. Secondo alcuni malati, la canapa avrebbe apportato importanti benefici a malattie come la sclerosi multipla. Noi di Fanpage.it vi proponiamo integralmente la lettera di un nostro lettore, Alessandro Raudino, affetto da sclerosi multipla e da anni in cura con la cannabis. Ecco il suo sfogo:
"Ho 33 anni, da 10 sono affetto da una malattia altamente invalidante, la sclerosi multipla a placche. Ora mi soffermo a pensare, avvolto dal calore della mia bellissima terra, del mio passato, presente e futuro; penso soprattutto al mio diritto di curarmi come meglio credo. Ripenso ancora a quegli anni in cui la mia vita era in mano ad alcuni medici che pensavano soltanto di far cassa sulla mia pelle. Penso a quante bugie mi sono state dette, a quante iniezioni di Copaxone (un farmaco immunosoppressore). Ne ho fatte 800. Mi hanno fatto male, soprattutto a livello psicologico. Volevo fuggire da tutto, ero depresso.
Penso alle parole della mia compagna di vita: "O ti svegli o ti lascio". La mia mente, udita quella frase, si è risvegliata. Improvvisamente. Fin da subito, insieme, abbiamo iniziato a cercare dei rimedi naturali per alleviare i sintomi della mia malattia. La soluzione? La cannabis terapeutica. Ci informiamo, poi l'amara scoperta: era reperibile solo al mercato nero. Comunque decido di provarla. Fin da subito ho avuto una sensazione di benessere e rilassatezza che da tempo non provavo più. L'avevo totalmente dimenticata. Così provo un'altra strada: mi reco al centro sclerosi multipla che mi ha avuto in cura in questi anni e pongo il quesito alla mia dottoressa. Mi sento rispondere che "per prescrivere un farmaco a base cannabinoiode dovevo avere un quadro clinico diverso". E ancora: "Per prescrivere la cannabis dovevo avere gravi deficit motori come spasticità o addirittura sarei dovuto stare su una sedia a rotelle". "Questo è il protocollo che devo seguire" mi sono sentito dire. Da quel momento ho deciso di rifiutare le cure tradizionali, non volevo più ingerire farmaci chimici nel mio corpo.
La svolta. Cambio alimentazione, divento vegetariano e inizio ad assumere cannabis. Solo così la mia vita è cambiata, in meglio. Finalmente ho raggiunto un equilibrio e nessuno ha il diritto di togliermelo. Nessuno. Però c'è ancora un problema: reperire il farmaco. Sono costretto ad approvvigionarmi al mercato nero perché non ho la possibilità economica di acquistarla legalmente in farmacia a circa 40 euro al grammo. Costa più dell'oro. Come faccio? E' possibile che nel 2015 debbano perseguirci se "coltiviamo" la nostra cura? Non chiediamo tanto, vogliamo soltanto essere lasciati in pace perché di problemi, credeteci, ne abbiamo già tanti. Il mio presente è fatto di piccole battaglie condotte con la mia splendida compagna. Insieme ad altre quattro persone abbiamo costituito la prima associazione sulla cannabis in Sicilia, Ass. Cannabis Cura Sicilia.
Noi malati non possiamo più aspettare che la politica si occupi di questo problema. Non vogliamo più finanziare le casse della mafia e, nel contempo, non vogliamo più essere perseguitati. Ora io ho deciso di iniziare a coltivare cannabis per portare avanti una disobbedienza civile. Vorrei che le coscienze degli italiani si svegliassero, reagissero, dando un forte segnale a questo Paese. Nessuno potrà togliermi la voglia di vivere né i proibizionisti né i falsi perbenisti che avvelenano la nostra bellissima terra.
Io ho deciso di continuare a combattere per i miei diritti, ma soprattutto per la vita. E tu?"