“Ho ancora male dappertutto, abbiamo denunciato”: parla il senegalese aggredito con moglie e figli a Bologna
“È tutto il giorno che squilla il telefono. In tantissimi ci stanno dando la loro solidarietà, anche dal Comune di Bologna e dal circolo davanti al quale è successo tutto. Il presidente ci ha chiamato e si è detto molto dispiaciuto, garantendo il massimo sostegno per qualsiasi cosa, anche per utilizzare le riprese della videosorveglianza utili a ricostruire l'episodio e identificare le persone che sono scappate dopo l'arrivo della polizia”.
Mbacke Gueye è il marito di Nabu, la donna senegalese che a Fanpage.it ha raccontato l'aggressione, con tanto di offese razzisti e i due figli di 9 e 18 anni finiti al pronto soccorso, subita sabato scorso alla periferia del capoluogo emiliano, poco prima di raggiungere degli amici connazionali per una festa di compleanno. “Abbiamo fatto la denuncia ai carabinieri e giovedì sera, davanti allo stesso circolo, faremo un presidio” annuncia. Al loro fianco amici e associazioni, a partire dalla Casa del Mondo, realtà con sede nel quartiere Bolognina attiva in città contro l'esclusione minorile e il razzismo, frequentata dalla loro famiglia da tempo, e da Abad Obv, associazione per i bambini affetti da drepanocitosi, la stessa malattia del sangue della quale è afflitto loro figlio, finito in ospedale dopo aver cercato di difendere sorellina e genitori.
“Io ho ancora male dappertutto” continua Mbacke, che appena uscito dalla caserma, insieme al resto della famiglia, si è diretto prima dal proprio legale e poi dalle associazioni amiche per aggiornarli sulle novità di giornata e mettersi in moto per l'organizzazione della manifestazione di giovedì sera. Anche altri gruppi in prima linea nella lotta al razzismo dovrebbero accogliere l'invito.
L'aggressione è avvenuta dopo che la coppia aveva chiesto agli avventori di un bar di fianco al circolo, dov'erano attesi insieme ai figli, di legare un cane che si muoveva liberamente sul marciapiede, per lasciar passarli passare. La moglie Nabu ha infatti paura dei cani, ma di tutta risposta il gruppetto (“Erano circa nove” ha raccontato la donna a Fanpage.it) ha prima cominciato ad offenderli (“Negri di m…., tornatevene a casa vostra” avrebbero detto) e poi è passata ad aggredirli fisicamente. Con un telefonino, diversi momenti dell'episodio sono stati ripresi e certamente si riveleranno utili alle forze dell'ordine per identificare tutti i componenti del gruppo: alcuni di loro avevano già fornito le proprie generalità alla polizia, intervenuta sul posto, mentre altri si erano dati alla fuga. Sulle loro tracce, però, adesso ci sono i carabinieri e la denuncia contro ignoti presentata da Mbacke e Nabu potrebbe presto portare a dei nomi e cognomi.
Intanto, il sindaco di Bologna Matteo Lepore e la vicesindaca Emily Clancy, attraverso una nota parlano di "un episodio grave che condanniamo con forza e per il quale auspichiamo che vengano presto individuati gli aggressori. Abbiamo voluto sentire Nabu e la sua famiglia, che è anche molto attiva nel sociale nella nostra città, ai quali abbiamo espresso tutta la nostra solidarietà per l’aggressione e gli insulti ricevuti. Li abbiamo invitati a trovarci in Comune domani, per esprimergli personalmente la nostra vicinanza e dirgli che Bologna è la loro casa e che la nostra comunità tutta si stringe forte a loro".