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“Hai un tumore, ti restano nove mesi di vita”. Ma dopo 4 anni Chiara riesce a laurearsi a Padova

Chiara Ruaro, 50enne originaria di Mestre, ha festeggiato la laurea in giurisprudenza. Quattro anni fa, nel periodo della pandemia, era arrivata la diagnosi infausta: nove mesi di vita. E all’epoca aveva sostenuto solo un esame all’università. Non si è data per vinta…
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Quel forte dolore allo sterno l'aveva spinta a fare gli esami. E la diagnosi era stata devastante: "Hai un tumore, ti restano nove mesi di vita". Chiara Ruaro, originaria di Mestre e un lavoro in Prefettura, avrebbe potuto crollare, invece non l'ha fatta. Sono passati quattro anni da quel giorno. Ed oggi la donna di 50 anni si è laureata in Giurisprudenza all’Università di Padova realizzando il suo sogno.

Al momento della diagnosi avevo dato un solo esame. In tanti mi hanno consigliato di non continuare gli studi: forse non avrei avuto nemmeno il tempo per arrivare fino alla fine del percorso universitario e, poi, perché era importante pensare alle cure e conservare le energie. Ma mi sono detta: “Intanto andiamo avanti e poi si vedrà", dice oggi al Corriere della Sera.

Chiara Ruaro aveva conosciuto il male prima nel 2007. Poi, inaspettatamente, nel 2020 il cancro è tornato. E in forma durissima, sotto forma di metastasi. Da poco si era iscritta all'università e sul libretto solo un esame risultava sostenuto. Ha iniziato la chemioterapia, lunga e faticosa, specie in tempo di pandemia da Covid, con una prospettiva temporale tanto breve quanto incerta.

Quando le hanno detto che aveva solo nove mesi di vita, è stata come un macigno. Ma lei non si è data per vinta. Sono passati quattro anni da quel giorno, ed oggi Chiara è anche dottoressa.

Sono passati quattro anni da quel giorno, e ieri Chiara si è laureata in Giurisprudenza all'Università di Padova. "Un’emozione e una felicità incredibile", ha detto. E con le ‘donne in rosa' (donne che come lei hanno affrontare un percorso oncologico) si è concessa un giro in canoa.

Alle tante persone che stanno attraversando la malattia che è riuscita a battere, Chiara vorrebbe trasmettere il suo messaggio di forza: "Non restare in disparte, non nascondersi – ha sottolineato –. Il mio desiderio è quello di riuscire a coinvolgere anche gli uomini, ma è molto molto difficile. Le donne riescono a creare reti meravigliose e a darsi una gran forza a vicenda, senza invidie o contrapposizioni, mentre con gli uomini è più complicato".

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