Ha infierito sulle vittime: Alexandro Riccio accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà
Gli hanno contestato l'aggravante della crudeltà. All'accusa di duplice omicidio nei confronti di Alexandro Vito Riccio, l'uomo che venerdì scorso ha ucciso a coltellate la moglie Teodora Casasanta e il figlioletto di cinque anni, Ludovico, si è aggiunta questa pesante aggravante. Il medico legale ha stabilito che Riccio si è scagliato prima sulla moglie e poi sul figlio. Ha pugnalata Teodora con 15 coltellate alla schiena, infierendo poi, colpendola alla testa con uno svariato numero di oggetti di uso domestico: lampade, cornici, bottiglie, addirittura un televisore, qualunque cosa gli capitasse sotto mano. Oggetti che la scientifica ha sequestrato in sede di rilievo. Poi si è scagliato contro Ludovico, ucciso con otto coltellate. Il corpicino è stato trovato poco lontano dal lettino, con ancora indosso i jeans.
Dall'accusa è stata esclusa, tuttavia, l'Aggravante della premeditazione. Riccio, che prima di tentare il suicidio in vari modi, ha lasciato una lettera in cui spiega le ragioni del suo gesto e conclude: "vi porto via con me". Dopodiché ha provato a tagliarsi le vene, ma si è procurato solo dei lievi graffi, così ha ingoiato qualche sorso di candeggina, anche questa volta senza ottenere nulla. Alla fine si è lanciato dal terzo piano per poi finire sul selciato con una frattura alla vertebra, alla caviglia e allo sterno.
Dalle testimonianze di familiari e amici non emergerebbero episodi allarmanti, ma piuttosto, tensioni, malumori. A partire da quei messaggi tristi su Facebook, scritti dal Riccio in piena notte e spesso cancellati al mattino. E poi c'era stata una separazione seguita da un ritorno a casa, pochi mesi dopo, salvo poi tornare a discutere di separazione. Psicologa esperta in dipendenze, Teodora Casasanta non aveva – almeno secondo quanto emerso finora – letto indicatori di pericolo.