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Guerra in Ucraina, l’Italia è pronta a contribuire a nuove missioni Nato nell’est Europa

Il governo fa sapere che l’Italia è pronta a contribuire attivamente a nuove missioni della Nato lungo i confini est dell’Europa, in risposta all’invasione russa in Ucraina.
A cura di Giacomo Andreoli
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"L'Italia è uno dei più importanti contributori di truppe alle operazioni Nato. Siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre, per mettere a disposizione le forze necessarie. La reazione deve essere determinata per evitare qualsiasi ambiguità", ha detto oggi Mario Draghi durante il vertice Nato sulla risposta all'invasione russa dell'Ucraina. "Abbiamo condannato con la massima fermezza l'attacco di una brutalità ingiustificata della Russia all'Ucraina. Il comportamento russo è la più grave minaccia alla sicurezza euro-atlantica da decenni e soprattutto alla nostra democrazia e libertà. La nostra unità è e sarà sempre la risposta più forte. Manteniamo una posizione coesa e decisa", ha aggiunto il presidente del Consiglio.

L'Italia è pronta a contribuire attivamente, con mezzi e soldati, a nuove missioni della Nato sul fianco Est dell'Europa. A riferirlo ufficialmente è Palazzo Chigi, dopo il Consiglio dei ministri tenutosi nel pomeriggio.

"Nel contesto delle determinazioni in ambito Nato – spiega la nota del governo- l'Italia ha attivato interlocuzioni tecniche con singoli Paesi alleati, maggiormente esposti sul fianco est, al fine di verificare la possibilità di attivare ulteriori iniziative con caratteristiche simili alla missione già operativa in Lettonia, anche in termini di personale impiegato".

Un apposito decreto dell'esecutivo, varato in Cdm, ha disposto l'immediata messa a disposizione di 2mila soldati, nel caso si debbano rafforzare i confini dei Paesi Baltici (Lettonia, Lituania ed Estonia) e di Romania, Ungheria e Slovacchia. Viene anche ceduta all'Ucraina una dotazione di mezzi e materiali di equipaggiamento militari non letali, rendendo disponibili equipaggiamenti per la protezione dei militari ucraini e materiali per lo sminamento umanitario a favore della popolazione civile. "La disposizione – si legge sempre nella nota del governo- vuole fornire risposta concreta alle richieste di supporto indirizzate alla Comunità internazionale, a cui l'Italia ha voluto contribuire".

Stamattina, d'altronde, il premier Mario Draghi aveva parlato della possibilità di mobilitare fino a 3400 militari italiani. Per adesso nessun invio dei nostri uomini e donne sul suolo ucraino, ma un rafforzamento dei confini europei più vicini all'Ucraina. Dei 3400 soldati 240 sono già in Lettonia e ci sono forze navali e velivoli in Romania. Circa 1400 sono poi uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica. Tutti sarebbero dispiegati nell'area di responsabilità della Nato e non c’è alcuna autorizzazione implicita all’attraversamento dei confini ucraini.

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