Grillo riempie piazza Duomo, sul palco Dario Fo e si attende Celentano
Lo Tsunami tour di Beppe Grillo si avvia verso l'ultima tappa finale, fra due giorni a Roma, dove il Movimento conta di riuscire a portare un milione di persone in piazza San Giovanni. Nel frattempo si è da poco concluso l'intervento dell'ex comico a Milano, in piazza Duomo, dove due giorni fa il Pd aveva radunato Bersani, Vendola e Prodi in sostegno ad Ambrosoli. Grillo si è esibito in un comizio standard, praticamente identico a quelli delle quasi 80 tappe del suo Tsunami tour. Ha attaccato Berlusconi
Il Nano ha detto che ridarà l'Imu, 4 milioni di posti di lavoro e ci metterà anche un set di pentole e un corredo di lenzuola. Se qualcuno crede a Berlusconi deve andare a casa, ‘stasera, aprire la lavatrice e parlare con Mastro Lindo perché lui esiste.
Ed ha inoltre risposto ai dietrologi che lo vedrebbero, insieme a Casaleggio, come torbidi deus ex machina di un movimento senza alcuna democrazia interna:
Continuano a chiedersi chi c'è dietro a Grillo e dietro Casaleggio, ma dietro a Grillo c'è Grillo e dietro a Casaleggio c'è Casaleggio, persone che fanno qualcosa per gli altri senza un ritorno economico e questa cosa non vogliono capirla perchè non è nel loro dna
La piazza era letteralmente gremita ed è salito sul palco anche Dario Fo, sostenitore di Grillo, col quale ha scritto anche un libro per Chiarelettere (nel quale rientra anche Casaleggio). Potrebbe essere anche a Roma l'ex premio Nobel, lì dove non si esclude che possa salire sul palco Adriano Celentano, che di certo garantirebbe al Movimento un colpo di coda prima del voto di proporzioni rilevanti. Fo ha detto:
Mi sembra di essere tornato indietro di molti anni, alla fine della guerra mondiale quando c'era tanta gente piena di gioia e con la speranza di cambiare.
La situazione della Lombardia si fa sempre più cruciale ai fini della governabilità del paese e l'importanza del Movimento 5 Stelle si è fatta ancora maggiore dopo l'incomprensione interna a Fare per fermare il declino tra Zingales ed il leader Oscar Giannino, in merito a titoli falsi in alcuni suoi curriculum circolati su internet. Dato per probabile un calo di consensi per questo movimento, pare che saranno Grillo e Berlusconi a giocarsi manciate di voti che potrebbero risultare determinanti per il risultato finale.