Greta e Vanessa, per la liberazione “pagato un riscatto di 11 milioni di euro”
Per il rilascio di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti rapite in Siria nel luglio 2014 e rilasciate nel gennaio di quest’anno, sarebbero stati pagati 12 milioni e mezzo di dollari (circa 11 milioni di euro). Lo riferiscono fonti giudiziarie di Aleppo, secondo cui una delle persone coinvolte nel negoziati, Hussam Atrash, capo del gruppo Ansar al Islam, è stato condannato per essersi intascata circa metà del riscatto. E’ stata l'ANSA a dare la notizia in Italia. L’agenzia di stampa dice di essere entrata in possesso di una copia digitale del testo della condanna, emessa il 2 ottobre scorso dal tribunale Qasimiya del movimento Zenki nella provincia di Atareb. Atrash avrebbe intascato 5 dei 12 milioni e mezzo di dollari, equivalenti a poco più di 11 milioni di euro. I restanti 7 milioni e mezzo – affermano fonti di Atareb interpellate dall'ANSA telefonicamente – sono stati divisi tra i restanti signori della guerra locali.
Vanessa Marzullo, 21 anni, di Brembate (Bergamo) e Greta Ramelli, 20, di Besozzo (Varese) erano state rapite il 31 luglio ad Aleppo. Cinque mesi difficili in mano ai rapitori, ma senza subire abusi e violenze sessuali. È quanto avrebbero dichiarato le due ragazze ai pm romani che le avevano ascoltate per oltre quattro ore nella sede dei carabinieri del Ros. A seguito del loro rilascio, si era scatenata una vera e propria bufera di polemica, specialmente dopo l'intervista a Vanessa su La Repubblica, nella quale la giovane dichiarava "Io e Greta torneremo presto in Siria”. Era stato poi la stessa Greta a smentire categoricamente: "Mi corre l'obbligo di ribadire, come dissi appena tornata, che non ho alcuna intenzione di tornare in Siria e ho invece intenzione di intensificare le mie attività di volontariato in Italia".