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Graziella Perosino, l’ultima barcaiola del Po rischia lo sfratto: “Aiutatemi a morire qui”

Graziella Perosino, 81 anni, è l’ultima residente al parco del Valentino e l’ultima persona in vita ad avere la patente di “Barcaiola del Po”, memoria di quando i torinesi facevano a gara per noleggiare una barca e navigare sul fiume. Il Comune di Torino, che detiene la proprietà dell’imbarco, metterà a bando tutto nel 2023, ma Graziella per restare nella casa che l’ha vista nascere nel 1940 deve accordarsi con il Comune, con il quale è aperto un contenzioso economico, anche se dopo un anno e mezzo di pandemia l’imbarco ristorante è in grave difficoltà economica. I suoi figli hanno lanciato una campagna di raccolta fondi per saldare i debiti e consentire a Graziella di restare almeno fino a quando la struttura non andrà a bando per rispettare il suo ultimo desiderio, morire nel luogo che l’ha vista nascere e vivere per tutta la sua vita.
A cura di Gianluca Orrù
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Torino. Anna De Coster, la figlia di Graziella, si fa strada all'interno del bar ristorante dell'Imbarco Perosino e spiega che, se la raccolta fondi non dovesse riuscire e se fossero davvero costretti ad andare via, organizzerà una "festasta", una festa in cui verranno venduti gli arredi del locale e i pezzi unici, come la panca costruita dal loro nonno su cui sono seduti migliaia di torinesi.

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Graziella sta mangiando mentre suo marito Gianni è perso nei ricordi mentre fuma una sigaretta. Una volta finito lei racconta della sua vita all'Imbarco Perosino, che porta il nome di suo nonno. Il locale è chiuso per la pandemia e sull'imbarco dove un tempo si poteva salpare per un giretto sul Po ora campeggia uno striscione che recita: "Morire a casa mia – Salviamo l'Imbarco Perosino". Da quasi due mesi ogni pomeriggio si alternano i tanti dj e performer che si sono esibiti qui o che sono amici del Perosino, come viene chiamato da tutti, con lo scopo di sostenere la raccolta fondi avviata da Anna e dall'altro figlio di Graziella, Edoardo De Coster.

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"C'è una trattativa complessa con il Comune – spiega Edoardo – e abbiamo avviato una raccolta fondi per cercare di salvare l'imbarco, evitando lo sfratto fino a quando la struttura sarà messa a bando. E' giusto che il bando ci sia e vorremmo partecipare anche noi, ma per farlo dobbiamo risolvere il contenzioso con il Comune di Torino che ci ha chiesto una cifra importante".

Il Comune, contattato sulla vicenda, parla per bocca dell'Assessore all'Urbanistica Antonino Iaria: "La risoluzione bonaria del contenzioso è oggetto di una trattativa in corso e se avrà risoluzione positiva potrà consentire agli attuali occupanti di restare fino a fine concessione e anche di partecipare al nuovo bando per l'assegnazione dell'Imbarco. Il tutto a patto che vengano chiusi tutti i debiti pregressi con la Pubblica Amministrazione".

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"Io e mio fratello abbiamo lanciato la raccolta fondi – spiega Anna De Coster – soltanto per rispettare l'ultimo desiderio di nostra madre. Ha vissuto tutta la sua vita qui, i suoi genitori e sua nonna sono morti qui e lei vorrebbe passare gli anni che le restano in tranquillità, senza dover andare via. Facciamo tutto questo solo per lei. Dopo, quello che succederà succederà".

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