Bud Spencer era come Babbo Natale, gli volevamo bene tutti.
Bud Spencer era un po' Stanlio e molto Ollio. Bud era i fagioli, la trinità e bomber. Bud era Paperino, ma con le mani di Superman.
Bud era il campione di nuoto e di cinema, ma anche il vicino di casa che quando vai a letto sei più sicuro se sai che lui è in casa.
Bud era quello che ti presta lo zucchero se rimani senza, e non importa che glielo ricompri.
Bud era un po' Verdone e un po' Cannavacciuolo. Un po' mio nonno e un po' Joey Tribbiani, di Friends.
Bud era un po' il caffè e un po' lo zucchero.
Bud era le sue mani. Bud era la bocca pulita con la manica della camicia già sporca. Bud era la sfida a braccio di ferro, e una partita a rugby con la maglia da Bulldozer.
Noi siamo cresciuti con Bud, e lui che era già un po' più grande con noi è invecchiato.
Stavamo esultando per l'Italia e tu ci hai fregato così, caro Bud, ciao ciao e via. Hai fermato un Paese malato di calcio mentre esultava dopo una bella vittoria. Non è da tutti, caro Bud.
Tuo figlio ha detto che l'ultima parola che hai pronunciato è stata "grazie", e poi te ne sei andato. Ci hai fregato anche questa volta, lasciandoci frastornati come un bullo dopo uno dei tuoi pugni.
E comunque grazie a te, gigante buono. Grazie a te.