Graziano Mesina dormiva vestito e con 6mila euro sotto il cuscino, sempre rimasto in Sardegna

Se avesse potuto avrebbe continuato la sua vita da latitante anche fino alla morte Graziano Mesina, il più famoso esponente del banditismo sardo arrestato ieri dai carabinieri per una condanna a 24 anni per traffico internazionale di droga. Quando i carabinieri del Ros hanno fatto irruzione nella casa dove si nascondeva a Desulo, piccolo paesino in provincia di Nuoro, infatti lo hanno trovato che dormiva a letto ma completamente vestito. L’ottantenne Mesina non era armato e non ha resistito ma per i carabinieri, che gli davano la caccia e avevano individuato il covo già da alcuni giorni, era pronto a fuggire di nuovo. In casa infatti aveva tutto pronto per scappare in caso di pericolo e sotto il cuscino teneva nascosti per ogni evenienza circa seimila euro in contanti.

Un tesoretto e un atteggiamento che per gli inquirenti sono sintomo preciso del fatto che Mesina fosse "pronto a muoversi” e ad ogni modo non era certo intenzionato a costituirsi. "Quando lo abbiamo arrestato ha alzato gli occhi al cielo, sembrava che stesse dicendo ‘È finita'. Ma è rimasto in silenzio. Non ha detto una sola parola. Non ha avuto alcuna reazione" hanno raccontato i militari dell’arma che lo hanno arrestato nel blitz alle tre della notte di sabato. Graziano Mesina aveva trovato ospitalità nella casa di una coppia, 56 anni lui e 47 anni lei, ora arrestata e indagata per favoreggiamento. “Lo abbiamo sorpreso nella notte, in sicurezza, senza esporre nessuno a rischi ma era stato avvistato per pochissimo fuori dalla casa nei giorni precedenti” ha spiegato il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto.

Non si sa da quando si trovasse lì ma molto probabilmente dal momento della sua ennesima latitanza, scattata nel luglio del 2020, l’esponente del banditismo sardo non ha mai lasciato la Sardegna. “La sua abitudine è stata sempre quella e inoltre è un territorio che si presta” ha sottolineato Angelosanto. Gli stessi carabinieri, che non hanno mai smesso di dargli la caccia, hanno individuato diversi suoi covi sull’Isola tra cui uno nel quale erano arrivati molti vicini alla cattura prima che Mesina si dileguasse di nuovo facendo perdere le sue tracce. Le indagini sulla latitanza ora proseguono. Per cercare di ricostruire gli ultimi suoi spostamenti, gli inquirenti hanno interrogato anche i due coniugi che gli avevano dato riparo prima della cattura ma entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere a parte le dichiarazioni del marito che si è addossato tutta la colpa spiegando che la moglie è estranea ai fatti.