Gratteri a Fanpage: “Maria Chindamo uccisa in modo spregevole, come donna non accettava le regole mafiose”
Nella mattinata di oggi giovedì 7 settembre l’operazione anti ‘ndrangheta "Maestrale-Carthago" ha fatto scattare le manette per 81 persone attive in provincia di Vibo Valentia. L'accusa, a vario titolo, è di associazione mafiosa, traffico di droga e di armi, estorsioni e omicidi. A coordinare le indagini è stato il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri. Ancora una volta una maxi operazione antimafia ha svelato il massimo controllo della ‘ndrangheta sul territorio, soprattutto nei comuni di Mileto e Zungri. E ancora una volta servendosi della pubblica amministrazione. A Fanpage.it il procuratore Gratteri ha spiegato gli anni di indagini e ha fatto luce sull'omicidio di Maria Chindamo.
Per anni nel mirino di questa operazione ci sono state le famiglie della ‘ndrangheta di ‘Serie A', come lei stesso le ha definite: Cosa intende? Quali caratteristiche ha la ‘ndrangheta di serie A?
Ci siamo interessati soprattutto alle locali di ‘ndrangheta di Mileto e Zungri, in provincia di Vibo Valentia. Questa ‘ndrangheta ha il controllo totale e asfissiante del territorio: controllava gli appalti per la fornitura della mensa negli ospedali di Vibo, taglieggiava e controllava gli alberghi e ristoranti più prestigiosi della Costa degli Dei e imponeva il prezzo del pane che non doveva essere inferiore a 2 euro e 50 centesimi. Ma non solo: abbiamo trovato armi da guerra e munizioni, droga di tutti i tipi e migliaia e migliaia di euro in contanti.
Una ‘ndrangheta anche spietata se si pensa a quello che avete scoperto sull'omicidio di Maria Chindamo…
Maria Chindamo è stata uccisa nel maggio del 2016, tre giorni dopo aver postato la foto su Facebook con il suo nuovo compagno. Il marito era morto suicida l'anno prima. Lei non si era chiusa in casa e aveva deciso di non essere mantenuta dai parenti: era una donna imprenditrice, coltivava i terreni ereditati dal marito. Ha pensato di rifarsi una vita, di iscriversi all'università. Tutto questo però usciva dalla logica mafiosa. Era una donna solare e positiva. Purtroppo il contesto in cui viveva non era un mondo normale.
È stata uccisa in un modo spregevole: la ‘ndrangheta non accettava che questa donna fosse andata contro le regole mafiose. Il suo corpo è stato dato in pasto ai maiali e i resti sono stati macinati con un trattore cingolato. Questo dimostra quanto era l'odio nei confronti di questa donna.
Sono stati arrestati anche politici e avvocati: è ancora una volta la dimostrazione che la ‘ndrangheta no può fare a meno dei professionisti?
Le mafie vivono in un mondo contemporaneo: non possono esercitare il controllo mafioso tralasciando la pubblica amministrazione, dove la ‘ndrangheta è perfettamente inserita.
I professionisti come aiutavano la ‘ndrangheta?
Mettendo a disposizione il loro ruolo e la loro funzione.
Dalle carte dell'operazione si leggono ancora una volta le parole "intimidazione", "pizzo", "gestione dei rifiuti". Insomma, un copione che continua a ripetersi in Calabria?
Questo perché non esiste organizzazione criminale se non ha il controllo del territorio. Le mafie possono girare il mondo, spacciare cocaina, comprare attività imprenditoriale però il punto di partenza deve essere la casa madre.
Il soldi ottenuti dal pizzo come venivano utilizzati dalla ‘ndrangheta?
C'era una perfetta divisione territoriale. Ad esempio a una ditta di pulizie era stato chiesto un pizzo di 50mila euro l'anno e c'erano quattro organizzazioni criminali sul territorio: i soldi erano stati divisi perfettamente in quattro parti. I soldi poi venivano utilizzati per i bisogni delle organizzazioni e in parte venivano investiti.
Questi paesi ad alta presenza di ‘ndrangheta verranno mai una volta per tutte ‘ripuliti' completamente?
No, penso di no. Per fare questo c'è bisogno di un sistema penale e detentivo diverso. Per fare questo bisogna investire nella cultura.
Questa importante operazione ha azzerato fino a un certo punto quindi la ‘ndrangheta sul territorio.
Noi facciamo quello che possiamo fare sul piano investigativo e giudiziario. Sta poi alla società civile occupare gli spazi che noi liberiamo di volta in volta. Tocca alla società civile ora intervenire sul territorio.