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Granchio blu, individuata nuova specie nell’Adriatico. Zaia: “Situazione più tragica dell’immaginabile”

È stata individuata da un gruppo di ricercatori del Cnr-Irbim di Ancona e proviene dal mar Rosso e dall’Oceano indiano. Il governatore veneto Zaia: “La situazione è più tragica dell’immaginabile”.
A cura di Biagio Chiariello
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L'allarme relativo all'invasione del granchio blu non si ferma. Ma – almeno per ora – non si tratterebbe di un'invasione doppia. Una seconda specie dell'esemplare che sta sconvolgendo il Mar Mediterraneo è stata trovata in provincia di Ancona, proveniente dal Mar Rosso e dall'Oceano Indiano occidentale. La sua presenza è stata dimostrata da un gruppo di ricercatori del Cnr-Irbim di Ancona. Per il momento, però, “il Nord Adriatico non è ancora un ecosistema ospitale per questa specie, quindi non dovrebbe esserci il rischio di una doppia invasione di granchi blu”.

Come affermato da Ernesto Azzurro, uno dei ricercatori del gruppo guidato da Fabio Grati, "il granchio blu del Mar Rosso Portunus segnis, morfologicamente ed ecologicamente simile al granchio blu Atlantico Callinectes sapidus, ha già colonizzato, attraverso il Canale di Suez, i settori più orientali del Mediterraneo, con conseguenze inizialmente drammatiche per la pesca tunisina".

Oggi, però, questa specie è una delle risorse di pesca più importanti per la Tunisia, trasformata e commercializzata nei mercati esteri.

Anche il granchio blu del Mar Rosso, come il granchio blu americano, trova il suo habitat ideale tra gli ambienti lagunari e il mare aperto – aggiunge Azzurro – e può sviluppare popolazioni con altissime abbondanze".

“La situazione relativa al granchio blu è più tragica di quanto venga percepita a livello nazionale. Il Governo ha stanziato i primi 2,9 milioni di euro per questo cataclisma, ma stiamo parlando della tragedia più grande che sta colpendo la pesca del Veneto” ha detto infatto il presidente del Veneto, Luca Zaia, in un punto stampa a Venezia.

Siamo stati i primi a chiedere al Governo lo stato di emergenza – ha aggiunto Zaia – che non è solo un fatto di ristori, ma ci sono anche il tema dell’introduzione degli ammortizzatori sociali e quello di procrastinare i pagamenti e le scadenze rispetto all’Erario e agli istituti di credito. Non ho notizie nuove da Roma, ma so che l’argomento è all’attenzione di chi di competenza”.

A causa del granchio blu, ha concluso il governatore, “quest’anno segneremo un -80% di produzione di vongole. Il rischio è che si venga a stravolgere un profilo identitario e non si riescano più a coltivare le vongole in laguna”.

Cia Emilia-Romagna si appella nuovamente al governo: “L’invasività del granchio blu non si contrasta con gli show cooking e con l’educazione alimentare, ma serve un concreto programma di contenimento della specie che passa da una mappatura della sua presenza, sempre più capillare lungo le coste e in risalita lungo fiumi e canali“.

Il ministro per l’Agricoltura Lollobrigida il 24 agosto ha incontrato i pescatori di Goro preoccupati per gli enormi danni al pescato che sta provocando la specie aliena. “Nel giro di un anno la specie è quadruplicata – dice il presidente di Cia Emilia-Romagna Stefano Francia – ce lo riferiscono i pescatori che riempiono le reti con questi esemplari che predano i preziosi molluschi allevati, come vongole, cozze ed ostriche e non si può ridurre un’emergenza di tale portata, che sta mettendo in crisi migliaia di attività con pesantissime ricadute negative in termini economici, con una esortazione al consumo di questo crostaceo, ma va trovato un nuovo equilibrio dell’ecosistema nell’area dell’Alto Mar Adriatico”.

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