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Ora il Governo fa sul serio: coste pattugliate, in campo la Marina militare

Il ministro della Difesa conferma la volontà di mettere in campo uno sforzo ulteriore per il pattugliamento delle coste. Ma le risorse economiche mancano…
A cura di Redazione
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I primi giorni della prossima settimana saranno estremamente indicativi della volontà del Governo di procedere in tempi rapidi ad una operazione di "messa in sicurezza" delle coste italiane non solo al largo di Lampedusa. A ribadirlo, dopo l'impegno preso dal Presidente del Consiglio Enrico Letta, è il ministro della Difesa Mario Mauro che ha spiegato come si tratterà di una iniziativa unilaterale del Governo italiano che andrà ad aggiungersi a quelle a livello europeo. Ed è proprio ad iniziative congiunte in campo europeo che punta il governo guidato da Enrico Letta, richiesta che verrà avanzata con forza nel Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre.

Urgono però risposte immediate e nuove dotazioni alle forze che operano attualmente nel canale di Sicilia, elencate dal Giornale: "Ad oggi sono impiegate tre navi della Marina Militare: il Libra, un pattugliatore lungo circa 80 metri e con equipaggio di 80 uomini; il pattugliatore Cassiopea, 81 metri e 80 uomini; la fregata Espero, lunga 123 metri con una dislocamento quasi doppio rispetto alle altre due navi e 250 uomini a bordo. Queste navi svolgono un’azione di pattugliamento utilizzando a supporto due elicotteri, che si trovano a bordo delle stesse navi, in particolare i pattugliatori, e altri due che provengono dalla base di Catania. Al dispositivo della Marina Militare si aggiungono le dotazioni della Capitaneria di porto di Lampedusa, quattro motovedette, e della Guardia di Finanza, due navi e un altro paio di elicotteri. Inoltre, la Marina garantisce già la vigilanza di due aerei P-180 con tecnologia per la visione notturna".

Una dotazione giudicata insufficiente e lo stesso Mauro fa capire di voler procedere alla messa in campo di "altre unità, con un'azione imponente che eviti naufragi in alto mare". Certo è che serviranno nuove risorse che al momento non sembrano esserci (anche perché i 210 milioni per l'emergenza immigrazione messi in campo con la manovrina vanno in tutt'altra direzione).

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