Gorino, dopo la gazzarra anti-migranti parroco e Curia in silenzio stampa
La quiete dopo la tempesta: bocche cucite a Gorino dopo la cacciata dei migranti dell’altra sera. Tace il parroco, don Paolo Paccagnella, che aveva affisso alla bacheca della sua chiesa una lettera in cui invitava i profughi ad andarsene nel califfato dell’Isis; tace anche la Curia, dove né monsignor Luigi Negri né il suo vicario, monsignor Manservigi rilasciano dichiarazioni. Una indiscrezione vuole che monsignor Negri abbia scritto una lettera a don Paccagnella ordinandogli di non rilasciare più dichiarazioni agli organi di stampa. Parte della lettera, secondo quando apprende Fanpage, potrebbe essere letta da don Paolo agli abitanti di Gorino questa domenica durante la messa.
Sembra che Negri abbia deciso che parlerà pubblicamente del caso quando il clamore sarà scemato e dalla Diocesi si rimanda al comunicato stampa rilasciato nelle ore immediatamente successive alla gazzarra di quattro giorni fa. Il comunicato stampa, si badi bene, che non porta la firma del vescovo Negri, bensì quella del suo vicario, monsigor Massimo Manservigi. Una nota durissima nei confronti degli abitanti di Gorino, in cui si esprime vicinanza a “coloro, donne e bambini in particolare, che hanno vissuto sul nostro territorio una notte così difficile e ostile, che ripugna alla coscienza cristiana”.
La stessa nota annuncia che “quanto prima l’arcivescovo monsignor Luigi Negri si recherà a far visita” ai migranti, velocemente trasferiti altrove, “per manifestare la vicinanza e la fraternità della nostra Chiesa locale, che ha seguito in queste ore la loro odissea”. Monsignor Manservigi aveva ricordato che l’arcidiocesi si è sempre schierata in prima fila nell’affrontare ogni richiesta di ospitalità e nel fare tutto quanto era in suo potere. Lo dicono i numeri sugli ospiti accolti e lo dicono le strutture messe in campo”. Una sconfessione in piena regola dell’operato della comunità di Gorino, dunque.
Ha, invece, parlato con un sito web cattolico, il parroco di Goro, di cui Gorino è frazione. Don Francesco Garbellini, esclude che l’episodio dell’altra seria sia frutto di razzismo: “Si fa presto a bollare una comunità senza conoscere i fatti e le persone. Le dico questo, perchè qui vi sono alcune famiglie che hanno accolto ed ospitano ragazzi di colore e badanti – ha spiegato – Il problema è altro. Lo Stato è spesso assente, quello che è successo mi pare indice di una politica migratoria che spesso lascia a desiderare e di una Europa che non fa il suo dovere.” Secondo don Francesco, all’attacco ai migranti, tutti donne e bambini, non ha partecipato tutta la comunità “ma una minoranza e da quanto so, si sono infiltrati anche dei soggetti esterni con intenti non del tutto trasparenti. La cosa certa è che quanto è accaduto non identifica Goro come luogo di razzisti.”