GoFundMe “assolve” Malika Chalhy: “Legittimo acquistare quello di cui ritenesse avere bisogno”
"I due organizzatori delle raccolte che hanno impostato i fondi a suo beneficio, hanno chiarito che i fondi sarebbero serviti a permettere alla ragazza di rifarsi una vita e questo è legittimo e rispetta i nostri termini di servizio. Chi ha donato lo ha fatto consapevole del fatto che quel denaro sarebbe servito a Malika a comprare quello di cui ritenesse avere bisogno". A parlare a Fanpage.it è Elisa Liberatori Finocchiaro, direttrice di GoFundMe in Europa, la piattaforma di crowdfunding attraverso la quale sono stati raccolti, con due diverse campagne, i soldi a favore di Malika Chalhy, la ragazza di Castelfiorentino (Firenze) cacciata di casa dai genitori perché lesbica. La 22enne nei giorni scorsi era finita al centro delle polemiche dopo aver rivelato nel corso di una intervista di aver utilizzato una parte dei soldi ricevuti dalle raccolte fondi per acquistare un'auto nuova, una Mercedes, e un cane dal valore di quasi tremila euro. Liberatori Finocchiaro ha commentato la vicenda e spiegato come funziona GofundMe.
Dopo le dichiarazioni di Malika dei giorni scorsi come commentate la vicenda?
"Nel caso della campagna di raccolta fondi che sta facendo tanto rumore, quella per Malika, i due organizzatori delle raccolte che hanno impostato i fondi a suo beneficio, hanno chiarito che i fondi sarebbero serviti a permettere alla ragazza di rifarsi una vita e questo è legittimo e rispetta i nostri termini di servizio. Chi ha donato lo ha fatto consapevole del fatto che quel denaro sarebbe servito a Malika a comprare quello di cui ritenesse avere bisogno. Inoltre l’obiettivo era impostato a 10milaeuro ma nonostante questo le persone hanno continuato a donare. Siamo contenti che si stia comunque sollevando attenzione su un eventuale uso improprio dei fondi ed incoraggiamo tutti gli utenti di GoFundMe a farlo per tutte le raccolte fondi. Verificheremo tutte le vostre segnalazioni perché quest'ultime ci aiutano nel nostro impegnativo lavoro di verifica che facciamo sempre prima di sbloccare i fondi. E anche una volta che i fondi sono stati sbloccati, il beneficiario deve rispettare i termini per i quali ha ricevuto il denaro. Infatti, i donatori su GoFundMe sono protetti dalla "garanzia GoFundMe": se le finalità della campagna non vengono rispettate tutti i donatori avranno la possibilità di chiedere e ottenere il rimborso.
Su GofundMe erano state aperte due raccolte per il suo caso ma da due persone diverse: come funziona in questo caso?
"GoFundMe esiste come piattaforma per chiunque in 19 paesi, per raccogliere fondi per quasi tutti gli scopi tranne quelli che violano i termini di servizio (ad esempio per cause adiacenti a odio e violenza). Chiunque può iniziare una raccolta fondi per una persona o un’organizzazione terza. Quando viene collegato il beneficiario dichiarato nella campagna e verificata la sua corretta identità e la connessione al conto bancario destinatario, i fondi vengono sbloccati. Ci sono stati casi di campagne grosse come quella per Melissa bimba affetta da SMA, nei quali ci sono stati dei tentativi di creazione di raccolte fondi false, per imitazione. L'illegittimità viene sempre “beccata” nel momento in cui le verifiche di congruenza col beneficiario dichiarato non vanno a buon fine: la campagna viene eliminata e gli eventuali donatori rimborsati.
Una delle due raccolte fondi si chiama "Un futuro per Malika". Secondo voi lei ha rispettato l'intento della campagna?
"Come ho detto prima, nel caso di Malika le finalità della campagna erano esplicitamente quelle di rifarsi una vita. Per quanto questo possa non piacere, chi ha donato lo ha fatto consapevole del fatto che quel denaro sarebbe servito a Malika a comprare quello di cui ritenesse avere bisogno. Anche se sembra ovvio, ci tengo a ribadire che bisogna sempre leggere per intero il testo della campagna, controllare la quota di obiettivo raggiunta e leggere gli aggiornamenti alla stessa, prima di donare. Se qualcosa non vi convince, contattateci. Il fatto che la piattaforma sia aperta a cause piccole e grandi, urgenti o di lungo respiro, cruciali o mirate ai dettagli, fa in modo che GoFundMe e i suoi utenti creino un impatto reale.
Avete ricevuto anche voi dei commenti negativi dopo la sua vicenda?
"No, solo solidarietà da parte di precedenti utilizzatori di GoFundMe la cui vita è stata letteralmente cambiata o salvata dalle raccolte fondi. Ad esempio Maurizio, un organizzatore di campagna che tempo fa è riuscito a salvare un bimbo iracheno con un’operazione delicatissima al cuore al Gaslini, ci ha scritto preoccupato del fatto che screditare la solidarietà, porterà meno bambini come Hussein a salvarsi. Siamo fieri dell’impatto che GoFundMe sta avendo in Italia. Tra le raccolte più grandi che hanno raccolto il grosso dei fondi su GoFundMe in Italia, il 74% è costituito da fondi andati in beneficio di organizzazioni e ospedali, mentre il restante 26% è andato per le cure di bambini e giovani con gravi problemi di salute che non avrebbero potuto accedere alla possibilità di curarsi se non con cure all’avanguardia, purtroppo a pagamento e all’estero. Con le raccolte fondi di GoFundMe i braccianti sono potuti sopravvivere al covid, sono nate foreste urbane e peri-urbane, gli ospedali hanno potuto aprire nuove terapie intensive e reparti anticovid, piccoli comuni hanno potuto ricostruire strade e infrastrutture dopo le alluvioni, grandi organizzazioni come Cesvi, Caritas, Croce Rossa, Emergency, Make a Wish e Humanitas, hanno potuto dare ancora più supporto in momenti di emergenza.
Come funziona quando una delle vostre campagne non raggiunge gli obiettivi per le quali era stata aperta?
"Le campagne rimangono sempre aperte e i loro organizzatori sono invitati ad aggiornare i donatori dei progressi della campagna".
Nel caso qualcuno dei donatori voglia la restituzione del denaro donato, cosa prevede la vostra policy?
"Prevede che se il motivo per il quale l’utente ha donato, non è stato onorato, otterrà il rimborso secondo la garanzia menzionata prima. Spesso siamo noi stessi che proattivamente, per esempio nei casi in cui l’intento della raccolta fondi cambia, offriamo un rimborso a tutti i donatori, come avvenuto nel caso di Paolo Palumbo.