Gnut: “Non è un Sanremo per indipendenti”
C'era anche Gnut a quell'ultimo gradino, insieme ad una bella fetta di cantautorato indipendente (da Colapesce al Management del dolore post operatorio, dai Caponord a Carlot-ta). Sembrava potesse esserci finalmente la svolta, la direzione artistica di Mauro Pagani e Fabio Fazio prometteva (e lo fa ancora) eccellenze, al di là delle etichette e delle case discografiche. E invece a Sanremo Giovani ci sono arrivati 6 artisti (più 3 dal Lab) sui quali le major avevano già abbondantemente investito. Ma nonostante tutto, nelle parole di Gnut, il livore non c'è, anzi non vede l'ora di vederle sul palco della kermesse di fiori quelle nove canzoni, ritenute più calzanti rispetto alla sua Dimmi cosa resta.
Speravo che tra i 6 uscisse una rappresentanza del mondo indipendente del quale faccio parte, come Colapesce o il Management del dolore post operatorio, ma in realtà essendoci così pochi posti a disposizione, lo spazio limitato è stato preso da chi aveva strutture molto grandi alle spalle. Voglio aspettare di vedere quello che sarà il Festival, quindi prima di fare valutazioni affrettate guarderò con piacere. Le aspettative rimangono di un Festival diverso, soprattutto per la presenza di Mauro Pagani come direttore artistico.
L'abbiamo ascoltata per la prima volta dal vivo a Fanpage Town, dopo esserci accontentati di quei 90 secondi di anteprima sul sito ufficiale di Sanremo 2013. E' una ballata dolce, immediata e sincera, il timbro avvolgente di Claudio Domestico rapisce all'istante. L'impressione è che il Festival di Fabio Fazio abbia perso una gran bella occasione di poter dare voce ad una categoria di artisti universalmente in cima tra le preferenze di critica specializzata e pubblico attento.
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