Gli studenti più bravi e motivati provengono dal liceo classico
Un’indagine condotta da Almalaurea per il Corriere della Sera, sembrerebbe mettere a tacere i tanti detrattori del liceo classico, sempre meno considerato dagli studenti (basti pensare che nel 2016 solo sei ragazzi su cento hanno scelto di iscriversi a questo indirizzo). La rivincita del Classico parte innanzitutto dai voti: qualunque facoltà scelgano, gli ex liceali umanisti conseguono voti di laurea più alti rispetto ai colleghi di altri indirizzi: 105 di media contro i 103 dello Scientifico e i 99,7 di chi ha studiato in un Istituto tecnico.
Alla base del successo sembra esserci la motivazione per la quale le matricole scelgono una determinata facoltà: il 40,3% dei liceali “classici” prosegue gli studi per interessi culturali, seguiti dal 32,3 % dello scientifico e il 27,8% del tecnico.
L’indagine di Almalaurea ha coinvolto 270 mila laureati nell’anno 2015. Ivano Dionigi, latinista ed ex rettore dell’Università di Bologna, spiega al Corsera che in generale “i voti di laurea sono più elevati, in tutti i quindici raggruppamenti disciplinari esaminati, tranne ingegneria, dove classici e scientifici comunque pareggiano (102,1). I numeri ci dicono anche che sono più numerosi i classicisti che hanno svolto periodi di studio all’estero (15,7% contro il 12,2% e il 9%)”.
Un tempo considerata la scuola dei “Figli di papà”, quando costituiva l’unico percorso formativo che dava accesso a qualsiasi facoltà universitaria, oggi, spiega Dionigi, la situazione è cambiata: “è ancora vero che chi viene dal Classico gode di un contesto socio-culturale più avvantaggiato; ma il dato del 33,8% proveniente dalla classe media impiegatizia, sommato al 13,7% della classe del lavoro esecutivo, smonta l’equazione”. Allo stesso tempo sembra da sfatare il tabù degli studenti del Classico impreparati nelle facoltà scientifiche. A Bologna quelli iscritti a Medicina superano i colleghi dello Scientifico per media di voti d’esame, voto di laurea e regolarità di studi. Lo stesso accade alla Sapienza di Roma e al Politecnico di Milano.
E ciò lo si evince da due materie date da molti per morte: latino e del greco. Le versioni sono un esercizio di logica unico al mondo molto utile per allenare capacità di concentrazione e di astrazione e di padronanza della lingua. Ne è convinto Massimo Cazzulo, grecista e professore del Tito Livio di Milano: “Tradurre un testo classico significa mettere in atto, e simultaneamente, un ragionamento complesso che stimola i processi analitici, sintetici, intuitivi, gnoseologici, che induce a impostare un’ipotesi di lavoro e sottoporla, poi, ad una critica serrata, per vedere se funziona realmente. E questo spiega perché gli studenti che escono dal Classico ottengono risultati eccellenti anche in materie molto lontane dalla classicità”.