Gli sms dei clienti alle baby squillo dei Parioli: “Mi piaci Lolita, vieni a casa mia”
Dai messaggi intercettati nel corso delle indagini del caso delle baby prostitute dei Parioli viene fuori come le minorenni venivano trattate dai loro clienti e dai loro protettori. I clienti usavano frasi pesanti, soprattutto perché riferite a 14enni e 15enni. “Tu mi piaci, hai amichette giovani e io adoro le lolitine”, le liceali si trovavano a leggere sui loro cellulari. Clienti che avrebbero voluto “portare in barca” le studentesse: “Il mio amico ha apprezzato molto la tua amichetta. Vi voleva invitare in barca a Ponza, ma per il week end siamo già in 15”. Un messaggio, quest’ultimo, riportato dal Corriere della Sera secondo cui risale alla fine dello scorso luglio. È stato inviato alla baby squillo da uno degli arrestati poco dopo che la ragazzina aveva lasciato un cliente. Questi invitavano le giovani a casa, dicevano loro di restare.
“Non sapevo che fossero minorenni”, la giustificazione più frequente – Fino a oggi alcuni dei clienti romani delle “lolitine” sono stati perquisiti in quanto indagati per aver avuto rapporti sessuali con minorenni a pagamento. Molti si sarebbero giustificati dicendo di non sapere che fossero ancora minorenni, qualcuno avrebbe già ammesso di aver pagato le ragazzine e anche i loro sfruttatori. C’erano i clienti che ripagavano le prestazioni delle giovani con ricariche postepay. C’erano quelli, viene fuori dai messaggi, che conoscevano la reale età delle ragazze. È emerso anche dagli stessi messaggi che le giovani scrivevano ai “protettori”. Che a loro volta chiedevano di essere avvisati con sms dove indicavano “tempo e soldi”. Tutti questi messaggi sono al vaglio dei carabinieri che intendono trovare eventuali altre giovani coinvolte nella vicenda.