Gli eroi del giorno di oggi sono quelle 50.000 persone che questa sera hanno riempito lo stadio del cricket di Old Trafford per sorridere, commuoversi, ballare e cantare sulle note di Ariana Grande, dei Take That, di Robbie Williams, Pharrell Williams, Miley Cyrus, dei Coldplay e tutti gli altri che hanno voluto esibirsi contro la paura.
Ha ragione il manager Scooter Braun quando al microfono urla verso il pubblico "Avete fatto qualcosa di grande. Avete sfidato la paura. L'avete guardata in faccia per dirle: Noi siamo Manchester! E il mondo vi sta guardando". La musica, le luci, il palco e gli occhi del mondo che osservano una città in cui per una sera è stata confiscata la paura sono armi bianche a cui nessun terrorismo saprà mai rispondere, sono la vendetta di una socialità che non si spezza per qualche vigliacco autoesploso. Guardando lo stadio questa sera forse ci si è resi conto, ancora una volta, di quanti siano infinitamente di più i vivi che combattono per la vita contro quei pochi già morti che si immolano per qualche briciola di terrore.
Gli eroi del giorno però non sono le star, seppure funzionali, ma piuttosto quel poliziotto inquadrato mentre ballava in un saltellante girotondo tenendo per mano quattro ragazzine; gli eroi del giorno sono quelli che questa sera, mentre ancora non si sono asciugate le lacrime a Londra, hanno deciso di essere lì perché decidere da che parte stare e mostrarsi di parte è ancora il gesto più forte e degno che ci possiamo concedere.
Gli eroi del giorno sono quelli che hanno capito bene quanto il terrore sia il letame del terrorismo, il suo naturale nutrimento. Gli eroi del giorno sono quelli che non solo rivendicano il diritto alla normalità ma addirittura alla festa. Festeggiare in faccia a chi avrebbe voluto annichilirti è un gesto che profuma di re smutandati, di giullari e di prepotenti sputtantati in mondovisione.
Saranno solo canzonette, forse, ma quei 50.000 sono i soldati senza armi che stasera hanno segnato una vittoria in questa guerra putrida. Comunque.