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Flavio e Gianluca morti per droga a Terni

Gli amici di Gianluca e Flavio: “Hanno sbagliato, ma dire che se la sono cercata non è tollerabile”

“Non è tollerabile che una persona scriva di essere contenta che sono morti perché se la sono cercata. Hanno fatto una cavolata ma comunque le persone si devono contenere”. Così gli amici di Gianluca e Flavio ricordano i ragazzi morti a Terni e raccontano ai microfoni di Fanpage.it cosa è successo la sera prima al campetto dove andavano sempre a giocare a calcio.
A cura di Annalisa Girardi
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Gianluca e Flavio, i due adolescenti morti nei loro letti dopo aver assunto droga, avevano passato alcune ore della sera prima al solito campetto con alcuni amici. "Appena siamo arrivati erano già un po' strani", raccontano i ragazzi ai microfoni di Fanpage.it. "Sinceramente non me l'aspettavo, non credevo che potessero prendere quello che hanno preso. Ma non so bene cosa abbiano preso". Gli amici di Gianluca e Flavio ricordano che quella sera i due ragazzi non hanno giocato a calcio come sempre: "Solo Flavio ha provato a giocare a calcio, ma non ce la faceva. Quella sera noi dovevamo fare una partita a calcetto come tutte le altre sere, però Gianluca non ce la faceva. Flavio ha provato a giocare un po' a calcio, ma dopo un po' anche lui ha smesso, non ce la faceva", racconta un amico.

I ragazzi sono molto scossi dalla faccenda. Un'altra amica afferma: "Erano due persone fantastiche, Flavio era molto intelligente ed è una persona che mi è sempre stata accanto, magari in momenti un po' brutti o tristi, come è normale che sia in adolescenza. C'è sempre stato a provare a spiegarmi il motivo per cui stavo male o un modo per affrontare questa cosa". Anche un amico ricorda Flavio come "la persona più intelligente mai conosciuta" e racconta che il ragazzo fosse molto maturo per la sua età: "Gli piaceva moltissimo la fisica e infatti voleva andare a lavorare in un acceleratore di particelle".

Gli amici di Gianluca e Flavio difendono i ragazzi: "Loro hanno fatto un errore come tutti i ragazzini, perché io sfido chiunque a non aver fatto una cavolata da ragazzino. Sono sicuro che non pensavano che la cavolata che hanno fatto loro sarebbe andata a finire così". Un amico aggiunge: "Non è tollerabile che una persona scriva di essere contenta che sono morti perché se la sono cercata. Hanno fatto una cavolata ma comunque le persone si devono contenere". Un'altra amica dice: "Hanno sbagliato, certo, ma andargli addosso così tanto… C'è gente che scrive che lo hanno fatto per ‘fare scena' ma non è assolutamente così perché non lo sapeva nessuno quello che stavano facendo. È gente che non sa come sono andate le cose. Le persone dicono che facevano uso di queste cose da uno o tre anni, ma non è vero… non li conoscevano".

Un quarantunenne di Terni ha ammesso di aver venduto del metadone ai ragazzini, e si trova ora in stato di fermo. "Lo sanno tutti che è una persona poco raccomandabile e che ha avuto problemi di tossicodipendenza. Lui veniva nel posto dove stavamo quasi tutti i giorni e gli si ‘appiccicava' diciamo. Non è una persona con cui piaceva stare insieme, ma loro sono sempre stati educati, noi pure e non l'abbiamo mai mandato via, finché non se ne è andato lui

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