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Giustizia lumaca (da record): 80 anni per decidere la proprietà di un terreno

La vertenza tra il Comune di Arienzo (Caserta) e la famiglia de Falco per accertare la piena proprietà di un terreno era iniziata nel lontano 1934…
A cura di B. C.
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Che l’Italia sia il Paese-lumaca per eccellenza quando si parla di processi e giustizia non è certo una novità. Ogni tanto dall’Europa ce lo ricordano, invitandoci ad attivarci provare a cambiare le cose e accelerare quel tanto che basta per essere un Paese normale. Ed ora chissà da Bruxelles cosa penseranno nell’appurare che per accertare la proprietà di un terreno ci sono voluti addirittura 80 anni. Accade in Campania per una vertenza cominciata nel 1934 tra il Comune di Arienzo (Caserta) e la famiglia de Falco per verificare, in tema di diritto feudale, la natura ‘allodiale' (piena proprietà) di un terreno, per l’appunto. Addirittura è stato richiamato il catasto francese del 1801 risalendo fino al 1536, per accertare "possessi continui e non interrotti" di terreni contesi tra la proprietà pubblica di un uso civico comunale e quella privata e sono state tirati in ballo anche le misure legislative emanate durante la reggenza del Regno di Napoli di Giuseppe Bonaparte. Il lunghissimo processo si è concluso con la sentenza del commissario per la liquidazione degli usi civici per la Campania ed il Molise, presidente Anna Maria Allagrande, che ha dato ragione ai De Falco sostenendo che la terra è di loro proprietà. Il commento dell’avvocato Amedeo Passaro del Foro di Napoli, esperto di Diritto Feudale: "Si tratta di un caso molto interessante che, senza dubbio, denota i meccanismi infernali dell'accertamento della verità processuale dopo due secoli ma è anche uno straordinario esempio di analisi storica. Basta leggere la sentenza del presidente Allagrande per rendersene conto", spiega il legale. "Come afferma Heidegger, le vie che portano alla verità sono le stesse che portano all'errore per cui la giustizia italiana è lenta ma difficilmente commette errori".

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