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Giuseppe, studente morto a 16 anni durante uno stage: i genitori non sapevano fosse a 100 km da casa

Il padre e la madre di Giuseppe Lenoci – il 16enne di Monte Urano (Fermo) morto in un incidente stradale durante uno stage in un’azienda termoidraulica – non sapevano che il figlio si trovava a circa 100 chilometri da casa.
A cura di Davide Falcioni
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Savino Lenoci e Francesca Crudele, papà e mamma di Giuseppe – il 16enne di Monte Urano (Fermo) morto quattro giorni in un incidente stradale durante uno stage in un'azienda termoidraulica – non sapevano che il figlio si trovava a circa 100 chilometri da casa. L'hanno appreso nel modo peggiore possibile: il padre – muratore – stava lavorando su un'impalcatura in un cantiere quando gli è squillato il cellulare: "Lei è il papà di Giuseppe Lenoci? Suo figlio è deceduto", si è sentito dire dall'uomo all'altro capo del telefono, prima di accasciarsi sul ponteggio per un malore. Restano invece ancora da chiarire – come ha confermato a Fanpage.it l'avvocato Arnaldo Salvatori, che assiste la famiglia del sedicenne – i termini della convenzione tra il Centro di Formazione Professionale Artigianelli di Fermo (frequentato da Giuseppe) e la ditta Termoservicegas di Molini di Tenna, dove il ragazzo stava svolgendo lo stage. L'incidente che ha causato la morte di Giuseppe è avvenuto a Serra De' Conti, un centinaio di chilometri a nord di Fermo: il sedicenne viaggiava a bordo di un Ford Transit guidato da un operaio di 37 anni. Il mezzo, per cause ancora da accertare, si è schiantato contro un albero, che ha ucciso sul colpo lo studente. Ferito invece l'uomo alla guida, ora indagato dalla Procura di Ancona per omicidio colposo e nei giorni scorsi sentito dalla polizia, alla quale ha dovuto spiegare le circostanze in cui è avvenuto l'incidente.

Gli studenti di Fermo: "Non chiamatelo incidente. Stop alternanza scuola-lavoro"

Il nome di Giuseppe Lenoci nel frattempo è stato più volte urlato dai suoi coetanei stamattina nella piazza centrale di Fermo, dove centinaia di studenti si sono dati appuntamento per protestare – come nel resti d'Italia – contro l'alternanza scuola-lavoro e gli stage: "Nn chiamatelo incidente", hanno detto studenti e studentesse: "In meno di un mese – hanno dichiarato quelli del collettivo Depangher – è il secondo studente morto durante lo stage, stesso sistema del modello di alternanza scuola-lavoro. Entrambi mirano a sfruttare lo studente. La morte di Lenoci non è un incidente. C’è un problema strutturale, il ministro Bianchi lo sa ma si volta dall’altra parte. È assurdo che parli di sicurezza sul lavoro in un momento in cui la scuola vive un momento davvero catastrofico. La gestione pandemica è stata il massimo del fallimento dell’educazione scolastica e non possiamo accettarlo. Il governo è il responsabile di questo modello di istruzione, noi non ci arrendiamo e andiamo avanti nella contestazione. Torneremo a Roma per confrontarci con le studentesse e gli studenti di tutta Italia e ostacoleremo fortemente queste nuove riforme. Non chiediamo un mutamento dell’attuale modello di alternanza scuola-lavoro ma una totale abolizione. Il Pcto non serve a nulla. La formazione non può essere affidata agli esterni in quanto mirano soltanto allo sfruttamento degli studenti".

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