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Giuseppe Pedrazzini morto in un pozzo, ultime news

Giuseppe Pedrazzini morto e gettato nel pozzo di casa, moglie a processo: “L’ho aiutato finché ho potuto”

Sul banco degli imputati la moglie del pensionato Marta Ghirardini che ribadisce di essere stata succube di figlia e genero, già condannati a 12 anni di reclusione lo scorso anno per sequestro di persona e soppressione di cadavere ma anche di truffa ai danni dello Stato per aver continuato a intascare la pensione.
A cura di Antonio Palma
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Si è aperto nelle scorse ore il secondo processo per la morte di Giuseppe Pedrazzini, l'agricoltore di 77 anni trovato morto nel pozzo della sua casa di Cerrè Marabino a Toano, nell'Appennino Reggiano, l'11 maggio del 2022. Sul banco degli imputati la moglie del pensionato, Marta Ghirardini, che ha scelto il rito ordinario a differenza di figlia e genero già condannati in primo grado nell'altro processo che si è svolto con rito abbreviato.

Al pari dei due, condannati a 12 anni di reclusione lo scorso anno, la donna è accusata di maltrattamenti, sequestro di persona e soppressione di cadavere in relazione alla morte del marito ma anche di truffa ai danni dello Stato per aver continuato a intascare la pensione dopo la morte dell'uomo.

Giuseppe Pedrazzini
Giuseppe Pedrazzini

Accuse che la signora rigetta completamente e per le quali è pronta difendersi in aula dopo aver preso le distanze da figlia e genero che abitavano con lei e il marito al tempo dei fatti contestati. "Sto soffrendo ancora per mio marito. Io finché ho potuto l'ho aiutato fino al momento della morte che è avvenuta per cause naturali" ha dichiarato la donna ai microfoni di Quarto Grado fuori dal Tribunale di Reggio Emilia dove la vedova si è presentata insieme all’avvocato nella prima udienza del processo che si è aperto questa mattina.

"Confidiamo nella giustizia, dimostreremo la mancanza di movente perché la mia assistita non aveva alcun scopo economico in quanto ha beni immobili e mobili perché percepisce la pensione" ha spiegato l'avvocata di Marta Ghirardini, aggiungendo: "Inoltre ora che è lontana dalla figlia e dal genero e non più succube del loro volere si è un po' rasserenata e ora sta meglio". Secondo la procura però, Ghilardini non sarebbe stata succube della coppia, ma avrebbe avuto lo stesso ruolo.

Il processo si avvierà con una perizia tecnica del perito incaricato dal pubblico ministero di trascrivere le intercettazioni. L'esame durerà due mesi e il processo riprenderà davanti alla Corte d’Assise di Reggio Emilia solo dopo la consegna della perizia. L'udienza infatti è stata rinviata al 6 dicembre prossimo, quando saranno sentiti anche diversi testimoni chiamati dall’accusa.

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