Giuseppe morto a 25 anni in un incidente nel 2015, arriva la svolta: caso riaperto dopo 10 anni

Giuseppe Montemurro, 25enne originario della Basilicata ma residente a Villanova di Ravenna, morì nel 2015 in un grave incidente stradale. Ora, a dieci anni di distanza dalla tragedia, il caso torna in tribunale.
A quanto si apprende, infatti, i risultati di nuove perizie metterebbero in discussione la ricostruzione dello schianto sostenuta fino a oggi.
Alla guida della Citroen C3 finita fuori strada e ribaltatasi sulla diramazione bizantina dell'A14 il 3 ottobre 2015 potrebbe non esserci stato il 25enne, ma un'amica della vittima, proprietaria dell'auto. La ragazza coinvolta nell'incidente è sopravvissuta.
A sollevare dubbi sulla dinamica è stato il fratello della vittima, Guido, che ha contestato gli esiti delle prime indagini, ritenendo improbabile che Giuseppe fosse alla guida di un'auto non sua.
I consulenti tecnici della famiglia sostengono infatti che il giovane, elettricista di professione e papà di un bimbo di un anno, fosse il passeggero della vettura e non il conducente. La Procura ha quindi deciso di riaprire il fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo stradale.
A bordo dell'auto viaggiava anche un altro amico, che tuttavia, al momento dello schianto, dormiva sui sedili posteriori. I tre amici stavano tornando da una serata trascorsa in discoteca.
Durante l’udienza tenutasi ieri, martedì 25 febbraio, il fratello del 25enne ha raccontato il dolore e i sospetti della famiglia. Ha spiegato come fin dall’inizio sia stato difficile avere un confronto con la ragazza, protetta dai familiari e sempre sfuggente, riporta Il Resto del Carlino.
In aula è stato sentito anche l’altro amico. Il giovane ha ricordato che quella sera avevano tutti bevuto, ma non era in grado di dire con certezza chi fosse alla guida. Dopo lo schianto ha detto di essersi svegliato dolorante e insanguinato, ma non ricordava il corpo di Giuseppe sopra di lui, come invece riportato dagli atti.
Il processo si baserà soprattutto sulle evidenze emerse dalle consulenze tecniche e la prossima udienza è fissata per giugno.