Giuseppe Di Matteo sciolto nell’acido, il fratello a Fanpage: “Ancora adesso mia madre è tormentata”
Un pomeriggio particolare quello di oggi a Castelvetrano, in Sicilia, Comune che ha dato i natali al boss sanguinario Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso 16 gennaio 2023 dopo 30 anni di latitanza. Si trova in via Luigi Cadorna 14 la scuola elementare che dista circa 20 metri dalla casa dei Messina Denaro, la stessa scuola frequentata in gioventù dal boss e che da oggi assume una nuova intestazione: al piccolo “Giuseppe Di Matteo”, rapito e sciolto nell’acido.
Molte le autorità presenti dalla preside della scuola, al Provveditore agli studi di Trapani, all’assessore regionale all’Istruzione e Formazione, al presidente della Commissione Antimafia della Regione e a numerosi magistrati, ma una presenza spicca tra tutte: quella di Nicola Di Matteo, fratello del piccolo Giuseppe.
Carattere timido, riservato, triste in volto ai microfoni di Fanpage.it ha dichiarato: "Per me, per la nostra famiglia oggi nessuna festa, nessuna gioia, solo un momento commemorativo. Sono troppi i ricordi che ci portiamo dentro, tanta rabbia per quello che ha subito mio fratello. Non si possono definire ‘uomini di onore' coloro i quali hanno commesso questo omicidio così crudele. Possono essere definiti solo ‘uomini di disonore'".
Nato il 19 gennaio 1980, la sola "colpa" di Giuseppe Di Matteo era quella di essere figlio di Santino Di Matteo, pentito di mafia che testimoniò contro Cosa nostra.
"Mio fratello oggi avrebbe avuto 43 anni – dice Nicola Di Matteo – io ho ancora forte, vivo e impresso il suo ultimo sorriso che fece il 22 novembre 1993, giorno del mio compleanno. L’indomani poi fu rapito dalla mafia. Stava andando a fare equitazione a Palermo in un centro ippico, da quel momento non lo vidi più. Ad oggi comunque con mio padre non abbiamo molti rapporti".
Una presenza forte quella di Nicola a Castelvetrano anche se spiega che non doveva esserci a causa di un problema familiare. "Di solito non vado a nessun evento ma nonostante importanti impedimenti familiari e personali ho fatto di tutto per essere qui a Castelvetrano questo pomeriggio nella scuola frequentata in gioventù da Messina Denaro e oggi intitolata a mio fratello Giuseppe. Ancora adesso mia mamma è molto tormentata".
A tutti coloro che hanno dei dubbi su che parte stare o ai mafiosi che ancora oggi decidono di delinquere rivolge un appello: "Rileggete i verbali di cosa hanno fatto passare a mio fratello durante il suo rapimento durato ben 779 giorni chiuso in una stanza, buttato a terra con un materasso a Castellammare del Golfo all'interno di stanza murata dove gli passavano il cibo da una finestra. In questa maniera vi renderete conto di quanta atrocità hanno riversato su di lui. Ecco perché per me non potrà mai essere un giorno di festa nessuna delle manifestazioni in cui si ricorda mio fratello ma soltanto una commemorazione di quanta crudeltà hanno riversato su lui. Ovviamente avrei tanta voglia di vendetta ma tengo riservata per me quale essa sia".
Qualche settimana fa il boss Matteo Messina Denaro dal carcere dell’Aquila dove è detenuto ha fatto sapere al giudice Alfredo Montalto durante un interrogatorio di non aver mai ordinato l’uccisione del Di Matteo ma di averne ordinato soltanto il sequestro.
Su questo non è d’accordo Nicola di Matteo: "Messina Denaro dovrebbe fare mente locale di tutto quello che insieme a Brusca hanno organizzato e anche se non è stato l'esecutore materiale, era chiaramente d’accordo sulle decisioni prese su mio fratello Giuseppe. Lui e Brusca erano della stessa famiglia, quella dei Corleonesi".