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Giuliacci spiega perché il caldo record che sta soffocando il Canada può arrivare anche in Italia

Il colonnello Mario Giuliacci ha spiegato perché le temperature record raggiunte in Canada, e che hanno provocato la distruzione del paese di Lytton, nelle Columbia britannica, è un evento preoccupante anche per l’Italia: “La causa di tutto è il surriscaldamento del Pianeta. Dal 1970 ad oggi, quindi negli ultimi 50 anni, i gas serra sono saliti di oltre 90 unità, anche perché il consumo di petrolio sta salendo in maniera non lineare. Le prospettive non possono che essere preoccupanti”.
A cura di Ida Artiaco
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"Quello che sta succedendo in Canada, dove si stanno raggiungendo temperature mai toccate prima, è un fatto preoccupante e che potrebbe presto verificarsi anche in Italia a causa del riscaldamento del Pianeta". A parlare è il colonnello Mario Giuliacci, che a Fanpage.it ha spiegato perché le notizie che arrivano dal Canada, dove nei giorni scorsi il termometro ha raggiunto i 50 gradi centigradi provocando incendi e 130 morti solo nell'area di Vancouver, sono un campanello d'allarme per tutto il mondo. Addirittura, un intero paese, Lytton, nella Columbia britannica, che si trova in una zona in cui la temperatura media estiva non supera i 20 gradi ma che nei giorni scorsi ha segnato ben 49,6 gradi, è stato completamente distrutto: un violento incendio, propagatosi in un istante a causa della grande siccità, ha bruciato l’intero insediamento in soli quindici minuti.

Lytton (immagine da Twitter).
Lytton (immagine da Twitter).

"Quello che sta succedendo in Canada, a 50 gradi di latitudine, che poi è la stessa di Londra, potrebbe capitare anche in Italia? Sicuramente lì ci sono state condizioni orografiche particolari, con venti caldi dal Pacifico che riscaldano le montagne rocciose – ha sottolineato Giuliacci -. Ma ciò non giustifica i 50 gradi centigradi registrati nei giorni scorsi, che è il valore più alto mai registrato in tutto il Paese. Se non ci fosse stato l'effetto montagna avremmo comunque raggiunto i 45 gradi". La causa di tutto ciò è il surriscaldamento del pianeta: "Questi eventi anche in Italia sono risultati più frequenti e dipendono dall'aumento dei gas serra. Dal 1970 ad oggi, quindi negli ultimi 50 anni, quest'ultimi sono saliti di oltre 90 unità, anche perché il consumo di petrolio sta salendo in maniera non lineare. In termini numerici la CO2 è passata da una concentrazione di 325 ppm nel 1970 a 415 ppm nel 2020. Il che ha fatto aumentare di conseguenza anche la temperatura del pianeta. Nel Mediterraneo, per esempio, è cresciuta di ben 3 gradi in estate perché è un mare chiuso che non può scambiare calore con altri bacini. Se in 50 anni siamo riusciti ad ottenere che in una località canadese a 50 gradi di latitudine si raggiungessero i 50 gradi centigradi è molto probabile che nei prossimi 20 anni ciò si verifichi sempre più spesso e nei luoghi più disparati. Le prospettive non possono che essere preoccupanti".

E anche in Italia dovremmo stare attenti. "Nei prossimi anni ci dobbiamo aspettare che aumentino le ondate di caldo – ha concluso Giuliacci – sia per intensità che per lunghezza, perché se durano oltre i 5 giorni possono esserci anche pericoli per la salute umana e danni all'agricoltura, inclusi gli incendi. Si stima che l’aumento del 50% della Co2 rispetto all'era preindustriale abbia reso più probabili di 4 volte le ondate di caldo di lunga durata e/o di forte intensità. Le nostre estati sono già diventate più calde, oggi abbiamo circa 45/50 giornate con temperature più alte di 34 gradi, negli anni Settanta ne erano solo 30. Ma questi numeri entro i prossimi 20 anni aumenteranno ulteriormente".

Immagine da Twitter.
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