video suggerito
video suggerito
Omicidio Giulia Cecchettin

Giulia Cecchettin, i carabinieri: “Non abbiamo collegato subito la chiamata del testimone e la scomparsa”

Il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha risposto a Chi l’ha visto? sulla possibilità che sia stata sottovalutata la chiamata del testimone di Vigonovo che la sera dell’11 novembre aveva segnalato l’aggressione di una ragazza in un parcheggio: “Collegamento avvenuto dopo”.
A cura di Ida Artiaco
143 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Il collegamento tra i due fatti è avvenuto dopo che il padre ha denunciato la scomparsa di Giulia in stazione e dopo che ha pubblicato post sui social per chiedere aiuto nelle ricerche. I carabinieri a quel punto associano la telefonata alla scomparsa della ragazza acquisendo la testimonianza del cittadino".

È questa la risposta che il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri ha dato a Chi l'ha visto? che nella puntata in onda questa sera, mercoledì 29 novembre, ha chiesto se i militari avessero sottovalutato la chiamata ricevuta da un cittadino di Vigonovo che alle 23.18 dell'11 novembre scorso ha segnalato l'aggressione di un giovane ai danni di una ragazza nel parcheggio di via Aldo Moro, a circa 300 metri da casa sua.

Il cittadino ha segnalato che c'era una lite accesa tra una coppia di giovani, con aggressione fisica alla ragazza che chiedeva aiuto, gradando "Mi fai male". Non è riuscito a vedere la targa della Fiat Punto nera con la quale si sono poi allontanati ma ha chiamato lo stesso i carabinieri, che però non sono andati al parcheggio. Solo giorni dopo si saprà che quei due giovani erano Giulia Cecchettin e Filippo Turetta.

Ma quella sera i militari non sono intervenuti. Il giorno dopo, domenica 12 novembre, alle 13.30 il padre di Giulia, Gino Cecchettin, è andato in caserma a sporgere denuncia di scomparsa, che è stata catalogata come allontanamento volontario nonostante ci fossero elementi per accendere campanelli d'allarme. Proprio Gino ha affermato di temere per l'incolumità della figlia.

Immagine

A quel punto i carabinieri non hanno riferito dell'aggressione, non mettendo in relazione i due fatti. Sarà lo stesso testimone, qualche ora dopo, a contattare direttamente Gino Cecchettin dopo aver visto un post su Instagram di appello alle ricerche. Poi, il papà di Giulia è tornato in caserma. È stato allora che i militari hanno messo in collegamento i due fatti.

Tanto è vero, continuano i militari, il "sopralluogo sul posto della segnalata lite", per repertare le tracce di sangue nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo, "avviene nella serata del 12 novembre, proprio in seguito all'avvenuto collegamento tra la scomparsa di Giulia e la telefonata al 112" del testimone della sera dell'11 novembre.

L'Arma, dunque, ammette di on aver collegato i due episodi e avverte che "saranno avviati tutti gli approfondimenti necessari per verificare la correttezza delle procedure operative seguite". Sottolinea, infine, che tutte le attività poste in essere "dai Carabinieri, peraltro nell'immediatezza, in conseguenza del tenore complessivo della denuncia – ha spiegato l'ufficio stampa dell'Arma – sono coerenti con un episodio di scomparsa con rischio per l'incolumità della persona (richiesta di positioning del telefono della giovane e del suo ex fidanzato; contatti con gli ospedali della zona; nota di ricerca inserita alle banche dati SDI e Schengen; richieste alle Polizie Locali della zona e alla ‘Società Autostrade' dei transiti dei veicoli; invio immediato di rinforzi per le ricerche)".

143 CONDIVISIONI
309 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views