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Omicidio Giulia Cecchettin

Giulia Cecchettin, lo zio Andrea pubblica un suo vocale a un anno dalla morte: “Salutami tutti”

A un anno dal femminicidio della nipote, uccisa a 22 anni dall’ex fidanzato Filippo Turetta, lo zio materno di Giulia Cecchettin, Andrea Camerotto, le ha dedicato un post su Facebook. “Ci siano solo bei ricordi di te. Rimanga viva la tua gioiosità e la tua spensieratezza, la tua intelligenza e l’animo buono”, ha scritto nel messaggio in ricordo della 22enne.
A cura di Eleonora Panseri
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Giulia Cecchettin insieme allo zio, Andrea Camerotto.
Giulia Cecchettin insieme allo zio, Andrea Camerotto.
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A un anno dal femminicidio della nipote, uccisa a 22 anni dall'ex fidanzato Filippo Turetta, lo zio materno di Giulia Cecchettin, Andrea Camerotto, le ha dedicato un post su Facebook, intitolato: ‘Un anno senza di te'.

"Ci siano solo bei ricordi di te. Rimanga viva solo la tua gioiosità e la tua spensieratezza, la tua intelligenza e l’animo buono", ha scritto l'uomo nel messaggio in ricordo della 22enne.

Il messaggio pubblicato sui social dallo zio di Giulia Cecchettin.
Il messaggio pubblicato sui social dallo zio di Giulia Cecchettin.

"Sei sempre bella come l'ultima volta che ti ho vista e rimarrai eternamente bella. La tua foto l'abbiamo cambiata già 3 volte, tante sono le mani che ti accarezzano – aveva raccontato l'uomo in un altro post alcuni giorni fa – Ci sono stati un libro, una fondazione, parchi, panchine rosse, alberi e molto altro per ricordarti. Sei entrata nel cuore di tutti".

"Dove sei ora ci sono sempre fiori freschi e ordine" – aveva scritto ancora, parlando della tomba della giovane, che si trova a Saonara – "Ancora oggi arrivano bigliettini per te e per la tua famiglia. Io preferisco venire presto a trovarti o in orari dove non trovo nessuno".

"Un anno è quasi passato e i nonni sono quelli più in difficoltà, incontrano spesso persone che arrivano da lontano per te. Noi più giovani cerchiamo svaghi nel lavoro, nello studio, nel divertimento. Ma poi arriva la sera e i pensieri vanno a te. Il dolore, la sofferenza fanno parte della vita: lo dicevano i poeti che si nasce piangendo ma il dolore per la tua perdita è diverso. Tra una settimana sarà un anno che non sento dire ‘ciao, zio'. Ti risponderei: ‘Ciao, Giulietta'".

Poi, sempre oggi, nel pomeriggio, lo zio di Giulia ha condiviso sul suo profilo Facebook una foto di Giulia e un vocale che la nipote gli aveva inviato: "Voi state tutti bene? Salutami tutti". Tantissimi i commenti sotto al post commovente dell'uomo. "Che bello sentire la sua dolce voce", ha scritto un'utente, tra gli altri.

Lunedì 23 settembre nell’aula della Corte d’Assise di Venezia è iniziato il processo contro Turetta. Il 22enne è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking. Rischia l’ergastolo.

Giulia Cecchettin aveva la stessa età di Turetta, 22 anni. Abitava a Vigonovo (Venezia) ed era studentessa di Ingegneria biomedica all’università di Padova, dove si sarebbe dovuta laureare lo scorso inverno. Il ragazzo frequentava la stessa università e viveva di Torreglia, in provincia di Padova. Cecchettin e Turetta avevano avuto una relazione, che lei aveva deciso interrompere.

Avevano comunque continuato a frequentarsi e a studiare insieme. Il 22enne però aveva cercato più volte di tornare insieme alla ragazza che, nei mesi precedenti il delitto, aveva invece fatto capire all'ex fidanzato di voler rimanere solo sua amica. In un lungo memoriale, scritto durante i mesi trascorsi in carcere, l'assassino della 22enne ha descritto il femminicidio.

“Ho pensato di rapirla perché il pensiero che sarebbe tutto finito e che non avrei potuto più vederla o stare del tempo insieme a Lei era qualcosa che non volevo proprio. Desideravo prima di tutto trascorrere più tempo possibile insieme a Lei, da soli e questa sarebbe stata la soluzione”, ha scritto e raccontato in aula durante l'audizione al processo.

Nella giornata di oggi, lunedì 11 novembre, per ricordare Cecchettin sarà osservato un minuto di silenzio al Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Padova, dove la ragazza era in attesa di laurearsi in Ingegneria biomedica.

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