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Omicidio Giulia Cecchettin

Giulia Cecchettin, al via oggi il processo a Filippo Turetta: chiesto 1 milione di euro di risarcimento

Al via oggi a Venezia il processo a Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin: il 22enne, che non è presente in aula, rischia l’ergastolo. Tra i testimoni dell’accusa ci sono il padre e la sorella della vittima, Gino ed Elena. La Corte non ha ammesso la costituzione di parte civile dei Comuni di Fossó e Vigonovo né delle Associazioni.
A cura di Ida Artiaco
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È terminata la prima udienza del processo a Filippo Turetta, accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin in Corte d'Assise, all'interno della Cittadella della Giustizia di Piazzale Roma, a Venezia. Il 22enne, attualmente detenuto nel carcere veronese di Montorio, non era presente in aula, come era stato già reso noto dal suo legale alcuni giorni fa. Il suo avvocato, Giovanni Caruso, rispondendo ai cronisti presenti, ha detto che è possibile che il suo assistito "non si presenterà mai in aula".

Cosa succede oggi in aula

Oggi c'è stato spazio solo per l'ammissione delle parti civili (Gino Cecchettin, Elena Cecchettin, Davide Cecchettin, lo zio Alessio Cecchettin e la nonna di Giulia, Carla Gatto, oltre all'Associazione Penelope, Differenza Donna e Udi Roma, i comuni di Vigonovo e di Fossò) e per stilare il calendario. Il legale di Turetta si è opposto alla costituzione di tutte le associazioni come parte civile: "Questo processo è destinato a stabilire se Filippo Turetta merita pena di giustizia e quale, non per fare di Filippo Turetta il vessillo di una battaglia culturale contro la violenza di genere", ha detto. Alla fine la Corte non ha ammesso la costituzione di parte civile dei Comuni di Fossó e Vigonovo né delle Associazioni.

Per quanto riguarda il calendario, il prossimo appuntamento col processo è fissato al 25-28 ottobre, quando è in programma l'esame dell'imputato. Successivamente, il 25 e 26 novembre la discussione. La decisione con repliche e sentenza è attesa per il 3 dicembre.

Chiesto a Turetta risarcimento da 1 milione di euro

Quasi 800mila euro sono chiesti a titolo di risarcimento del danno iure proprio, ovvero il danno non patrimoniale subito dal padre per la perdita della figlia a seguito di un fatto di "eccezionale gravità", anche per "l’angoscia subita dal genitore durante la settimana di ricerche", a seguito della fuga di Turetta. Quanto al risarcimento iure hereditatis, cioè il danno subito dalla stessa vittima e di cui il genitore deve essere risarcito, è stato quantificato complessivamente in 250mila euro, per un totale di un milione di euro chiesto dalla famiglia Cecchettin nell'atto di costituzione di parte civile depositato oggi. "Un milione di euro è quanto abbiamo stimato possa essere un rimborso che Filippo Turetta dovrà alla famiglia di Giulia", ha spiegato l'avvocato Nicodemo Gentile che tutela la parte civile Elena Cecchettin, sorella di Giulia. "La stima – ha precisato – si basa sulle tabelle della Giustizia".

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Filippo Turetta rischia l'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin

Il giovane rischia l'ergastolo: i reati che gli vengono contestati sono quelli di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking. Per questi capi di imputazione non è previsto il ricorso al rito abbreviato. I legali dell'imputato, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, hanno confermato che non chiederanno per il loro assistito la perizia psichiatrica, tuttavia la Corte ha la facoltà di chiederla anche d'ufficio. E hanno chiesto che per la difesa del loro cliente venga ascoltato il solo medico legale di parte.

Gino ed Elena Cecchettin saranno tra i testimoni dell'accusa

Tra i testimoni dell'accusa, invece, erano presenti il padre e la sorella di Giulia Cecchettin, Elena. Ma anche alcune amiche della ragazza, uccisa con 75 coltellate tra l'11 e il 12 novembre scorsi, prima che il suo corpo venisse ritrovato nei pressi del lago di Barcis una settimana dopo. Turetta, intanto, era fuggito in Germania, dove è stato infine fermato nei pressi di Lipsia e riportato in Italia.

Il padre di Giulia Cecchettin e il suo avvocato prima dell'udienza.
Il padre di Giulia Cecchettin e il suo avvocato prima dell'udienza.

Pochi giorni fa la trasmissione di Rete 4 Quarto Grado aveva mostrato il video dell'interrogatorio del ragazzo, tenutosi a inizio dicembre in carcere. "Non avrei mai pensato di farle questo. Ho spento il suo cellulare, non riuscivo a trovarlo: ho provato a scuoterla… a urlarle, ma non rispondeva", ha raccontato il 22enne con lo sguardo fisso rivolto verso terra e lunghe pause tra una risposta e l'altra mentre ricordava gli attimi in cui ha ucciso Giulia.

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