Giudice trovata morta in casa, dopo un anno il marito avvocato è indagato per maltrattamenti
Un anno fa Francesca Ercolini, giudice presidente della Seconda sezione civile al tribunale di Ancona, era stata trovata senza vita nella sua casa di Pesaro dal marito e dal figlio. Il decesso non era avvenuto per cause violente, ma la donna nei giorni immediatamente precedenti non aveva manifestato particolari disagi.
Oggi arriva la svolta: il marito del magistrato, un avvocato di Pesaro di 56 anni, è indagato dalla procura di L'Aquila per maltrattamenti ai danni della donna. Separato procedimento pende presso il Tribunale dei Minori a carico del figlio concorrente nel reato. Essendo coinvolto un magistrato delle Marche, la competenza territoriale è quella appunto del capoluogo di regione dell'Abruzzo.
Secondo le ipotesi iniziali dell'accusa, il noto avvocato pesarese, conosciuto anche negli ambienti dell'associazionismo, avrebbe sottoposto la donna "a una vita non conforme alla normale esistenza", tra umiliazioni e mortificazioni. A riscontrare l'attività di indagine, le dichiarazioni rese da alcuni familiari del magistrato deceduto che hanno evidenziato, come riporta l'AGI, una lunga crisi sentimentale della coppia oltre ad un rapporto non facile con il figlio minorenne, fornendo in sede di sommarie informazioni, video e immagini oltre alle chat riguardanti le conversazioni intrattenute con la donna "assicurate per mezzo di quotidiano backup consigliato dalla vittima perché se ne abbia memoria", dalle quali emergerebbero "ritratti inequivocabili di lividi, escoriazioni ripetute, su varie parti del corpo, che sarebbero il risultato delle violenze domestiche cui era sottoposta la donna".
All'indagato e alle persone offese è stato notificato recentemente l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. L'altra parte del procedimento, relativa alla morte di Francesca Ercolini, che inizialmente vedeva indagato lo stesso "in concorso morale" con il figlio minore, è stata definita con richiesta di archiviazione. Le persone offese avranno, nei termini, diritto a proporre opposizione.