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Terremoto nel Centro Italia

“Giù le mani da Legnini, con lui ricostruzione partita”. L’appello dei terremotati del Centro Italia

I 34 comitati di terremotati del Centro Italia hanno lanciato un appello alle forze politiche in vista del voto: “Seriamente preoccupati per eventuali sostituzioni del commissario straordinario Legnini. Con lui la ricostruzione è davvero partita”.
A cura di Davide Falcioni
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Il commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini
Il commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini
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Terremoto nel Centro Italia

Il Commissario Straordinario alla Ricostruzione delle aree colpite dai terremoti del Centro Italia Giovanni Legnini non si tocca.

È questo il senso di una lettera che 34 comitati di terremotati hanno inviato alle forze politiche in vista delle elezioni di domenica 25 settembre per il rinnovo del Parlamento, un voto che quasi certamente determinerà nuovi equilibri di governo e – di conseguenza – potrebbe cambiare anche una struttura commissariale che dal 2020, secondo i diretti interessati, è riuscita finalmente a dare una svolta alla ricostruzione nel cratere.

Lavori per la demolizione ad Arquata del Tronto
Lavori per la demolizione ad Arquata del Tronto

Scrivono i comitati:

In questi giorni assistiamo ad un animato confronto con dichiarazioni scomposte di alcuni politici di diverso colore in merito alla permanenza, nel suo incarico, dell’attuale Commissario Straordinario alla Ricostruzione delle zone terremotate nel 2016/17, dottor Giovanni Legnini. Questo Coordinamento dei Comitati del cratere terremotato ha come scopo di occuparsi esclusivamente della pratica ricostruzione post terremoto e non ha mai avuto orientamenti o simpatie politiche ma in questo momento è seriamente preoccupato per eventuali sostituzioni nell’incarico suddetto o addirittura per la soppressione della struttura commissariale.

Per i comitati, che rappresentano migliaia di terremotati del Centro Italia, il lavoro del commissario Legnini degli ultimi due anni e mezzo è stato positivo. Sostituirlo metterebbe a rischio quella che molti hanno definito "la più grande opera pubblica d'Europa", ovvero la ricostruzione di 140 comuni completamente distrutti o seriamente danneggiati dagli eventi sismici del 2016/2017. Nell'appello si legge:

Le difficoltà in merito all’applicazione della legge per il finanziamento della ricostruzione, passando attraverso governi politicamente diversi, non sono certamente finite. Siamo arrivati al sesto anno dal terremoto del 2016 e al tredicesimo dal sisma del 2009. Dopo quattro anni di paralisi normativa finalmente l’avvento dell’attuale commissario ha messo in moto la ricostruzione del centro Italia con una serie di semplificazioni normative e attuative e una attenzione particolare ai problemi locali, risolti solo tramite il confronto diretto. L’attuale commissario, infatti, ha mostrato grande competenza, iniziativa e concertazione con la popolazione e i loro rappresentanti sindaci di ogni colore politico.

Il vastissimo cratere del centro Italia terremotato
Il vastissimo cratere del centro Italia terremotato

Sarebbe irresponsabile smantellare proprio ora una struttura commissariale che anzi andrebbe consolidata per il grande lavoro svolto in essa da collaboratori che hanno piena conoscenza di problematiche e rapporti diretti con tutti i comuni del cratere. Sarebbe assurdo sostituire un commissario capace di interloquire con le istituzioni nazionali con la sua competenza normativa. Non vogliamo che un eventuale “spoil system” con un cambio di guardia bloccasse l’enorme lavoro di semplificazione e sostegno svolto negli ultimi anni e vanificasse le speranze di chi attende da sei o tredici anni di rivedere la propria casa.

L’attuale struttura commissariale è l’unica cosa concreta e affidabile nel percorso della ricostruzione post terremoto e dovrebbe mantenere una funzione centrale anche per il futuro. Questo Coordinamento dei Comitati presenti nel cratere dunque è pronto nuovamente a scendere in campo come fatto in passato se si dovesse profilare un blocco della già tardiva e difficile ricostruzione.

Come procede la ricostruzione del Centro Italia

Lo scorso 19 agosto, a pochi giorni dal sesto anniversario del terremoto del Centro Italia, la struttura commissariale ha fatto il punto della situazione. A oggi, la ricostruzione post sisma è finalmente entrata nella "fase matura". Basta fare un giro nel cratere per notare che finalmente centinaia di gru sono "fiorite" nei borghi e nelle città: sono 10mila i cantieri di edilizia privata che sono stati aperti negli ultimi due anni e che, a giugno 2022, hanno fatto registrare 22.700 richieste di contributo.

Per quanto concerne gli interventi pubblici, sono 365 le opere terminate ed altre 315 sono oggi in fase di cantiere. L'ultimo Rapporto, un documento di un centinaio di pagine sullo stato della ricostruzione, fa il punto sullo stato di avanzamento dei lavori e per la prima volta propone un quadro completo del danno causato dal sisma di sei anni fa, pari complessivamente a 26,5 miliardi di euro, anche a livello dei singoli comuni. Amatrice è la città che ha subito i maggiori danni, per oltre 1,3 miliardi di euro, seguita da Camerino con 1,2 miliardi e da Norcia, con 1,1 miliardi. A fine giugno scorso erano 22.700 le richieste di contributo per la ricostruzione privata post sisma 2016, per un totale di 7,6 miliardi di euro. Delle quasi 23mila richieste, 14.234 sono state approvate, con 4,3 miliardi di contributi concessi.

Giovanni Legnini durante un'assemblea con i terremotati
Giovanni Legnini durante un'assemblea con i terremotati

Le domande di contributo già avviate costituiscono il 45% di quelle attese in termini numerici e il 39% in valore economico. Dall'insediamento di Legnini, le richieste sono raddoppiate e i contributi concessi triplicati, ma il lavoro da fare è molto e non è immotivata la preoccupazione dei comitati, secondo i quali un cambio della struttura commissariale rischierebbe di determinare un nuovo stop. Si attendono infatti altre 28mila richieste di contributo da parte dei privati, occorre realizzare 4.300 interventi pubblici e impostarne quasi altri 2mila nuovi.

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